La documentazione medica di Stefano Cucchi è stata manomessa: a denunciarlo è l’avvocato Fabio Anselmo, il legale della famiglia del geometra romano, morto il 22 ottobre del 2009, una settimana dopo l’arresto. Ci sarebbero «manomissioni e nuovi risvolti anche sulla documentazione che era stata fornita in ambito medico legale dopo la TAC eseguita sul corpo di Stefano Cucchi», le parole riportate da RaiNews. Secondo l’avvocato, le manomissioni si aggiungerebbero alle altre anomalie già riscontrate. La documentazione agli atti dimostra che è stato esaminato un tratto di colonna che include solo metà soma della vertebra in questione (L3), quindi il tratto esaminato post portem non corrisponderebbe a quello che andava radiografato. Dunque, ci sarebbero state anche irregolarità nelle radiografie del giovane geometra già cadavere. L’analisi della comparazione delle immagini radiografiche e delle TAC è stata effettuata da Carlo Masciocchi, presidente della Società Italiana di Radiologia che nei prossimi giorni verrà sentito dalla Procura di Roma.
STEFANO CUCCHI, IL LEGALE DELLA FAMIGLIA: “RADIOGRAFIE MANOMESSE”
Resta prudente intanto il comandante generale dei carabinieri Giovanni Nistri sul processo per omicidio preterintenzionale, le indagini per falso che riguardano la morte di Stefano Cucchi e le novità presentate dalla procura di Roma su altri casi di depistaggio da parte dei militari. «Quanto apparso sui giornali dovrà essere valutato compiutamente dall’autorità giudiziaria. Quando lo avrà fatto, verificheremo i significati da dare a frasi come “spirito di corpo”. Quando il quadro sarà chiaro, faremo quello che dovremo fare». Nistri non si sbilancia neppure di fronte alle nuove intercettazioni. Intanto l’appuntato Riccardo Casamassima, che con le sue dichiarazioni aveva contribuito alla riapertura delle indagini sulla morte di Cucchi indicando come responsabili del pestaggio alcuni suoi colleghi, ha deciso di denunciare Nistri per diffamazione. Un tema su cui il comandante generale, come riportato da La Repubblica, preferisce non esporsi trincerandosi dietro un lapidario: «Non ho nulla da dire».