Quando si perde la testa conta poco la provenienza, l’estrazione sociale: almeno questo sembra suggerire la vicenda consumatasi a Cortina qualche tempo fa, quando in un nota discoteca della località di montagna è andata in scena una lite fra rampolli vip di proporzioni tali da finire a distanza di qualche anno davanti al giudice di pace. Come riportato da Il Messaggero, teatro della lite furibonda fu il 9 dicembre 2017 la Discoteca Vip Club. Ad affrontarsi, almeno in un primo momento, era state due ragazze ma, come spesso accade in questi casi, i rispettivi fidanzati non si erano sottratti alla baruffa, anzi. Proprio l’intervento dei due aveva riscaldato ulteriormente gli animi. Com’è andata a finire? Parole grosse, e a dirla tutta anche qualcosa di più, al punto che la questione sarà dipanata una volte per tutte dal giudice di pace a Belluno, nei primi giorni di febbraio.
“CONTADINA, TU NON SAI CHI SONO IO”
In questa storia l’estrazione sociale è un elemento fondamentale e caratterizzante della lite furibonda di rampolli Vip. Perché è proprio quando si sentono toccati nel vivo, un po’ com’era successo al conte che si era sentito offeso e per questo motivo aveva deciso di non pagare gli 8 euro del conto per panini consumati al bar, che i “nobili” perdono la testa. E allora succede che si possano pronunciare frasi di questo tipo:”Contadina! Tu non sia chi è mio padre. Io ti denuncio, io ti uccido, mi hai rotto un dito”. Dal “Lei non sai chi sono io” al “tu non sai chi è mio padre”. Segno forse dei tempi che passano, fatto sta che un 25enne e una 28enne, entrambi padovani, sono chiamati a rispondere di lesioni e minaccia. Parte offesa? Un’altra coppia arrivata da Roma che, sottolinea Il Messaggero, può godere a sua volta di “nomi e cognomi altisonanti, in un caso addirittura con 4 cognomi appartenenti a una nobile casata di conti”.