Non sono tardate ad arrivare le repliche al ministro Luigi Di Maio su Banca Carige. Intervenuto ai microfoni dell’Ansa, l’ex consigliere Alessandro Repetto ha commentato: «Di Maio ha scelto anche i tempi sbagliati. Neanche a farlo apposta è del 30 gennaio il decreto di archiviazione della procura di Roma (nell’inchiesta di Bankitalia da cui scaturì la maxi inchiesta sul caso Carige, ndr) per me e altri sei ex consiglieri di Banca Carige dove si riconosce che grazie ai miei interventi in cda, al fatto di avere votato contro le constatazioni di risposta alla Banca d’Italia e di avere presentato le dimissioni, si erano determinate le dimissioni dell’intero consiglio di Carige e dell’ex presidente Giovanni Berneschi». Queste, invece, le parole di Alessandro Scajola: «Credo di aver sempre agito in maniera onesta, pulita e compente e la commistione con la politica mi sembra assolutamente falsa. Non c’è nulla di falso in ciò che ha detto Di Maio e non mi sento accusato né offeso. Nulla di sbagliato, tranne il nome di Repetto che è Alessandro e non Alberto. Per il resto devo dire, che il suo resta un elenco parziale, perché quando si parla di un cda i nomi bisogna citarli tutti, e non solo una parte. Nel citare solo quattro consiglieri del cda sui quindici forse ha inteso puntare l’attenzione su quelli che avevano legami con la politica, ma allora ne ha dimenticati altri», riporta Primo Canale. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“DECRETO SALVA BANCHE DA CAMBIARE”
Possibile nuovo scontro all’interno del governo in merito alla questione della Banca Carige. In commissione finanze alla camera si lavora sul decreto legge apposito, e il Movimento 5 Stelle, come riferisce l’agenzia Reuters, starebbe spingendo affinché vengano introdotte delle modifiche al suddetto testo, cosa che invece non vorrebbe la Lega, sostenuta dal ministero dell’economia. Il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha ammesso a margine dei lavori parlamenti: «Mi auguro che venga modificato e migliorato e che si possano mettere un po’ di norme anti-furbetti», ma come detto sopra, il Tesoro la pensa diversamente, con Massimo Garavaglia, viceministro dell’economia leghista, che mercoledì aveva già fatto sapere che «Per noi non passa niente». Otto sono state le proposte di modifica presentate dai grillini, metà delle stesse giudicate inammissibili, come ad esempio quella per tutelare i dipendenti bancari dalle pressioni commerciali nel collocare prodotti finanziari. Fra gli emendamenti voluti dai 5 stelle, anche un obbligo di comunicazione ogni 4 mesi dal Tesoro al Parlamento, per rendere pubblici i debitori della banca ligure: «I cittadini hanno il diritto di vederci chiaro – dichiarano i grillini in commissione – siamo al lavoro affinché paghi il conto chi è responsabile di questi enormi buchi di bilancio e non più i risparmiatori. Quello che è successo negli scorsi anni non dovrà più accadere». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DI MAIO “IN CARIGE COMMISTIONI CON LA POLITICA, I NOMI
Il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, è intervenuto alla Camera per affrontare la questione della banca Carige. Stando a quanto afferma il vice-presidente del consiglio, la crisi dell’istituto creditizio è dovuta alla «gestione scellerata non solo per l’incompetenza dei manager ma anche per le commistioni della politica». Secondo il leader dei grillini quello della Carige è il classico «segreto di Pulcinella con vecchia politica e banche andate a braccetto». Il ministro è tornato a parlare anche della possibilità che lo stato intervenga direttamente immettendo del denaro, spiegando «Non so se interverremo ma se mettiamo dei soldi, la banca diventerà dei cittadini. In passato i soldi andavano solamente a coprire chi aveva creato il danno. Noi eviteremo che questo pesi sui lavoratori e i cittadini del territorio». La cosa certa è che i risparmiatori non dovranno pagare per le colpe dei manager: «Ai responsabili chiederemo di restituire i mega-bonus visto il disastro che hanno creato».
CARIGE, DI MAIO “COMMISTIONE CON LA POLITICA, ECCO I NOMI”
Svelati anche i nomi dei debitori dell’istituto: come promesso in passato, Di Maio ha reso pubblico l’elenco di persone che hanno debiti nei confronti della Banca Carige, citando Alessandro Scajola, fratello dell’ex ministro, Luca Bonsignore, figlio di un ex eurodeputato, Giovanni Marongiù, sottosegretario di Romano Prodi, e infine Alberto Repetto, parlamentare dell’Ulivo. Altri “responsabili” li aggiunge l’edizione online di Repubblica, che cita ad esempio Enrico Preziosi, il patron del Genoa calcio nonché di “Giochi Preziosi”, che ottenne uno sconto di 15 milioni di euro su un debito superiore ai 50 milioni. 20 milioni di euro “di sconto” concessi invece alla società Prelios, mentre sono ben 230 milioni di euro il credito che Carige vanta nei confronti del parco degli Erzelli, cittadella tecnologica di Cornigliano. 90 infine i milioni di euro che l’imprenditore Giuseppe Rasero, a capo dell’operazione “Marina Aeroporto”, porto turistico con immobili annessi, deve alla stessa Carige.