Troppe code al Pronto Soccorso e il Ministro della Salute manda i Nas: avviene tutto dopo un servizio tv e dopo che l’Ospedale San Camillo di Roma si trova invischiato in una bufera “simile” a quelle scattate negli ultimi giorni contro i colleghi delle strutture di Napoli. «Il ministro della Salute, Giulia Grillo, questa mattina ha inviato i Carabinieri del Nas al Pronto soccorso dell’Ospedale San Camillo di Roma per verificare la situazione di sovraffollamento segnalata da diversi cittadini e anche da un servizio giornalistico andato in onda ieri al Tg2», scrive in una nota il Ministero della Sanità dopo le polemiche sulle eccessive code e affollamenti nel Pronto Soccorso tra i più frequentati della Capitale (balzato agli onori della cronaca negli scorsi giorni per il ricovero d’urgenza del nuotatore ferito all’Axa, Manuel Bortuzzo). «Dai primi accertamenti sembra esistere una percentuale di ricoveri da pronto soccorso molto elevata, che potrebbe essere spia di inappropriatezza e su cui si concentreranno le analisi dei tecnici del ministero», rilancia ancora il Ministero scatenando una bufera politica tra Regione Lazio e Governo, l’ennesima nel giro di pochi mesi. «Non è accettabile che i pronto soccorso dei nostri ospedali siano trasformati in bivacchi e che operatori sanitari e pazienti si ritrovino a lavorare e a essere curati in condizioni indegne di un Paese civile», spiega a Repubblica la Ministro Giulia Grillo, aggiungendo «questi spettacoli indecenti vengono da lontano, non nascono certo oggi».
SCONTRO REGIONE-MINISTERO SALUTE
Nel rinfocolare direttamente la polemica con il Governatore del Lazio, ancora la Grillo rilancia «invito Zingaretti a fare un giro negli ospedali della sua città prima di chiedere l’uscita dal commissariamento per la sanità del Lazio. Le segnalazioni dei cittadini sono per noi fondamentali. Dopo aver visto ieri sera il servizio in televisione mi sono immediatamente attivata inviando i carabinieri del Nas». Sono attesi ora gli esiti ufficiali dei Nas dopo l’invio dal Ministero, anche se dalle prime informazioni emerse tra il Messaggero e Repubblica i dati non sarebbero così allarmanti: «I carabinieri hanno rilevato una iper-affluenza, problema noto e dovuto ai picchi influenzali, ma nulla è stato eccepito sulla qualità dell’organizzazione dell’assistenza», fa sapere il direttore generale del San Camillo di Roma, Fabrizio D’Alba, che tra l’altro polemizza «peraltro è stata evidenziata una scarsa tutela della privacy» visto che sono stati richiesti dai Nas i dati dell’affluenza al Pronto Soccorso negli ultimi tre giorni. «Difendo l’eccellenza del San Camillo. Dal verbale dei Nas non emergono rilievi particolari circa l’assistenza sanitaria prestata ai pazienti, seppur in un momento di grande afflusso nel quale la privacy è subordinata all’assistenza sanitaria», attacca l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato che poi fa anche visita ai reparti interessati dalle denunce e aggiunge «Mi trovo al San Camillo per verificare la situazione mentre il Ministro si affida ai social. Al momento non risultano ambulanze ferme, sono in trattamento 14 codici rossi, l’affluenza rientra nei limiti e l’organico in servizio e quello previsto dalle normative».