Proseguono nel massimo riserbo le indagini sull’omicidio di Cosimo Errico, il professore di 58 anni ucciso a Entratico con dieci coltellate, tra cui quella fatale alla gola, e il cui corpo è stato parzialmente bruciato. Un delitto efferato di cui ancora non si riesce a individuare il movente, come spiega oggi TeleLombardia. Come riportato da Il Giorno, l’idea che si sono fatti gli inquirenti è di una situazione degenerata con qualcuno che sapeva bene come muoversi nella struttura. Chi lo ha ucciso ha provato a cancellare le sue tracce dando fuoco al corpo con la diavolina liquida. E prima di scappare ha staccato il contatore, tanto che inizialmente medici e vigili del fuoco avevano preso in considerazione l’ipotesi della morte per folgorazione. Una ipotesi tramontata di fronte alle impronte sul pavimento lasciate da una scarpa che aveva calpestato il sangue. I carabinieri indagano anche sugli immigrati, i lavoratori extracomunitari che Cosimo Errico usava per la cascina, soprattutto quando arrivavano le scolaresche in visita didattica. Ma finora i sospetti su questo fronte non hanno portato a riscontri concreti. All’attenzione dei Ris di Parma sono stati inviati reperti da analizzare per i quali servirà tempo: sono al lavoro su impronte e tracce. Il professore Cosimo Errico a volte affittava la cascina per feste private. Ha avuto problemi in questo ambito?
COSIMO ERRICO, DUE PISTE PER UN MISTERO ANCORA SENZA MOVENTE
Uno degli ultimi operai che aveva visto il professore Cosimo Errico dichiarò che aveva litigato con una donna russa, una presunta amante di nome Anna, ora non è più disposto a parlare. «Lascia stare perché, ti dico, io sto pagando per quello che ho detto, perché ho parlato con il giornalista. Gli inquirenti mi hanno detto di non parlare con nessuno», ha tagliato corto. C’è poi la voce riguardante una presunta stanza segreta, ma un altro operaio esclude la sua esistenza: «Sapendo come è fatta la cascina, pur essendoci stato due tre volte, lo sai… Sono due stanze, te lo ricordi, anche solo per andare a prendere i fogli, cioè li sai i posti dove sono. A me sembra assurdo che si facevano cose lì perché non c’era proprio lo spazio. Io di donne non ne ho mai viste». E visto che il professore puntava più sulle feste lui si è trovato un altro lavoro perché stava finendo di studiare. Eppure Quarto Grado ha pubblicato una foto della cosiddetta “stanza proibita” dove andavano in scena orge. Nella fattoria sociale sono stati trovati indumenti intimi femminili e maschili, telecamere, compresse di Viagra e Cialis. Poi il computer sequestrato alla vittima ha restituito decine di filmini porno che vedono protagonista il professore e altri adulti. Le indagini dunque seguono su due piste: la prima legata a possibili conflitti con gli operai che eseguivano le ristrutturazioni, assunti in nero e reclutati nei centri di raccolta. L’altra è quella che riguarda l’enorme quantità di immagini sensibili che il professore custodiva in casa: forse qualcuno voleva assicurarsi che non venissero diffuse.