Musei gratis 20 giorni all’anno ma non solo: presentata la riforma del ministro della Cultura Alberto Bonisoli che entrerà in vigore il 28 febbraio 2019, al via la campagna di comunicazione istituzionale #iovadoalmuseo. Numerose le novità, come riporta Repubblica: oltre la “settimana dei musei” dal 5 al 10 marzo a ingresso libero per tutti nei musei statali, in programma 8 giornate ticket free scelte dai direttori dei musei autonomi e dai poli regionali e altre 6 gratuite in concomitanza con le prime domeniche del mese, da ottobre a marzo. E ancora: un biglietto a 2 euro per ragazzi dai 18 ai 25 anni e un sito web ad hoc. L’obiettivo, spiega Bonisoli, è quello di «incentivare la fruizione dei musei, dei siti archeologici statali, dei parchi e dei giardini monumentali con un nuovo sistema di agevolazioni». Il governo punta a aumentare le giornate gratuite, «magari per fare una seconda settimana dei musei anche il prossimo anno» ma molto dipenderà dalle «risorse»: «Ho intenzione di provare a superare il numero di venti giornate ad accesso libero».
MUSEI GRATIS, DIRETTORI CONTRO DECRETO
Il ministro in quota Movimento 5 Stelle ha poi sottolineato: «Vedremo i dati, io di settimane dedicate all’ingresso gratuito ne farei due, ma attendiamo il riscontro dei numeri. Prima di cambiare la normativa ho cercato di informarmi sull’aspetto qualitativo delle giornate gratuite: un’indagine sulla soddisfazione dei consumatori diceva che il 54 per cento degli utenti di grandi musei statali preferiva andarci in un giorno infrasettimanale, quindi quando si pagava, mentre solo il 15 per cento nelle domeniche ad accesso libero». Ma attenzione alla presa di posizione di alcuni direttori di musei e poli museali statali, che sembrerebbero intenzionati a non seguire il decreto. Ecco il commento della dem Flavia Piccoli Nardelli riportata da Repubblica: «Adesso sarà complicato mettere a sistema le tante informazioni dei musei che hanno invece deciso di introdurre date differenziate. E non sarà certo il nuovo sito del ministero a facilitare i visitatori a districarsi in una giungla di informazioni tutte diverse tra loro. Peraltro il nuovo sito, che dovrebbe parlare agli oltre 55 milioni di visitatori dei musei statali, è stato progettato solo in italiano: una scelta provinciale in un mondo, come quello della cultura, che parla linguaggi universali».