I dubbi iniziali degli inquirenti hanno trovato piena conferma: Anna Piccato, l’anziana 70enne trovata senza vita il 23 gennaio a Barge, in provincia di Cuneo, davanti alla chiesa, è stata uccisa per soldi. Esattamente per tre euro. Arriva oggi la confessione del suo killer, Daniele Ermanno Bianco, muratore 40enne del posto, il quale sarebbe crollato dopo due settimane di silenzio. Come riferisce Corriere.it, al termine di un interrogatorio fiume ha rivelato agli inquirenti cosa è successo quella mattina: “Ho ucciso io Anna. Volevo rapinarla, poi l’ho colpita. Ho perso la testa”. Nei piani dell’uomo, dunque, c’era una rapina e per tale ragione, secondo la sua confessione, avrebbe seguito l’anziana fuori dal bar col solo intento di derubarla. Un movente che tuttavia non convincerebbe molto gli inquirenti dal momento che la vittima portava con sé solo il resto del caffè, esattamente 3 euro e 20 centesimi, effettivamente non rinvenuti. Secondo le indiscrezioni quei soldi sarebbero serviti all’assassino reo confesso a comprare una birra. Nonostante la sua confessione, dunque, i dubbi degli inquirenti restano ancora numerosi.
OMICIDIO ANNA PICCATO: LA CONFESSIONE DELL’ASSASSINO
Nonostante la sua confessione, ad incastrare Daniele Ermanno Bianco, il killer di Anna Piccato, sarebbe stato anche il suo Dna ritrovato su scarpe e zaino ed estraatto in poche ore dagli esperti della Scientifica. La confessione, invece, è arrivata solo lo scorso 6 febbraio nell’ambito dell’interrogatorio avvenuto in carcere, al cospetto del procuratore e del sostituto. Ad affiancare il muratore nel corso dell’interrogatorio, il suo avvocato difensore, Davide Ambrassa. Secondo l’accusa, Anna Piccato fu colpita 11 volte al volto con una chiave inglese. Un vero e proprio agguato. L’arma non fu mai rinvenuta così come il giubbotto arancione che l’uomo indossava la mattina del delitto. Furono in tutto 180 le persone ascoltate subito dopo l’omicidio della donna, le quali avevano il proprio cellulare in zona. Controllate anche 15 telecamere della zona. Lo stesso procuratore lo aveva definito come un caso molto complesso e sull’assassino reo confesso ha dichiarato: “E’ stata una confessione di necessità: quando si compie un grave crimine si tende naturalmente a rimuoverlo perché il peso è troppo grande. Bianco non ha spiegato il perché dell’efferatezza e ci stiamo ancora lavorando. L’arrestato sostiene di aver agito da solo”.