In questi giorni si è svolto un summit sulla pedofilia tenutosi in Vaticano in cui Papa Francesco ha voluto dire una parola decisiva su questo problema molto decisivo incentrato sugli abusi su minori bollati come “crimini abominevoli”. Il fenomeno è purtroppo molto diffuso e nel corso degli anni, nonostante le denunce, raramente ha portato a dei risultati apprezzabili. A parlarne oggi nella puntata de I Fatto Vostri è stato Francesco Zanardi, soprannominato il “cacciatore di preti pedofili”. L’uomo, all’età di 11 anni ha subito violenze da un sacerdote e proprio a lui ha scritto una lettera il presidente della Comunità Episcopale Italiana (Cei), Gualtiero Bassetti. Il capo dei Vescovi ha scritto una missiva in risposta ad una lettera scritta dal Comitato Vittime Famiglie dell’associazione, chiedendo udienza prima del sinodo. Nella lunga missiva, Bassetti scrive che la questione degli abusi costituisce un gravissimi reato oltre un vergognoso peccato. La Cei in una prima fase ha anche spiegato quali sono le tappe da seguire sia da un punto di vista canonico che legale quando si viene a conoscenza di un reato simile e sono state elaborate le linee guida in caso di abusi sessuali nei confronti di minori da parte di chierici. Tra le indicazioni centrali, la piena collaborazione con le autorità civili evitando forme di omertà sia da parte delle vittime (e delle loro famiglie) che delle autorità religiose. “Una delle nostre richieste per arrivare a queste finalità è la richiesta di rimuovere i vescovi che hanno insabbiato in passato e aprire gli archivi dei casi già processati sotto codice canonico ma mai denunciati alla magistratura affinché queste persone vengano segnalate”, ha spiegato Zanardi.
FRANCESCO ZANARDI, LA SUA STORIA DI ABUSI
Aveva solo 11 anni quando un prete “scelse” Francesco Zanardi: “Aveva scelto me e poi anni dopo ho scoperto che il sacerdote aveva preso i voti l’anno prima ed era stato spostato dalla parrocchia in quella dove abitavo io per gli stessi motivi”, ha commentato oggi alla trasmissione di Raidue. “Questa è stata una dinamica che ritroviamo ovunque”, ha aggiunto. Quando è rimasto vittima di attenzioni e abusi successivamente, l’ha vissuta con grande incredulità. “Con gli anni poi ho capito, ai bambini manca la base per sapere riconoscere cosa va bene e cosa no. Se solo io l’avessi avuta avrei detto qualcosa a mamma e papà”, ha spiegato. “Se il pedofilo è in gamba può anche riuscire a farla passare come normalità”, ha aggiunto, motivando il modo in cui il prete riuscì a plagiarlo. Quando lui tentava di ribellarsi, il sacerdote pedofilo gli metteva il muso provocandogli un senso di colpa che lo riportava prontamente accanto all’uomo: “Mi teneva legato psicologicamente”, ha ammesso. Quel sacerdote purtroppo non ha avuto solo lui come vittima ma nessuno lo denunciò mai. “La prima vittima a denunciarlo sono stato io nel 2008”, ha rivelato. Riuscì a trovare una seconda vittima abusata tre anni prima e questo lo portò davanti ad un giudice anche se se la cavò con condanna a un anno e 6 mesi con la condizionale per un solo abuso quindi “non fece un giorno di carcere” né fu rimosso dalla diocesi.