Il caso di Katia Tondi, la giovane madre uccisa il 20 luglio 2013 nella sua casa di Parco Laurus di San Tammaro sarà al centro della trasmissione Quarto Grado nella puntata in onda questa sera su Rete 4. Per l’accusa, ad uccidere la donna è stato Emilio Lavoretano, unico indiziato per l’atroce delitto ed attualmente a processo. Secondo quanto emerso anche in aula, in una delle ultime udienze prima della sentenza che si avvicina sempre di più, l’uomo avrebbe ucciso la moglie al culmine di una lite, strangolandola con un porta badge. E’ quanto emerso lo scorso 4 febbraio dalle parole del consulente della parte civile Denti che, come spiega Casertace.net ha portato in aula la ricostruzione tridimensionale a video dell’omicidio di Katia. Nella medesima occasione il consulente ha poi asserito di aver pedinato, su incarico della famiglia della vittima, Emilio e di aver notato la presenza al collo del giovane del medesimo badge, fotografato. Le immagini tuttavia sarebbero uscite poco nitide e quindi si sarebbe preferito non portarle all’attenzione dei giudici. La difesa dell’imputato ha tuttavia fortemente contestato questo aspetto dal momento che del badge non ci sarebbe alcuna traccia nell’ambito delle indagini.
KATIA TONDI, OMICIDIO RESTA UN GIALLO
Quanto accaduto in casa il 30 luglio 2013, anche in presenza del figlioletto di sette mesi, resta un mistero. Emilio Lavoretano ha sempre dichiarato di aver trovato la moglie Katia Tondi già priva di vita quando rincasò ma nonostante questo gli inquirenti hanno sempre concentrato la loro attenzione su di lui. Intanto prosegue il processo a suo carico in Corte d’Assise nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel quale nei mesi scorsi era stato mostrato anche il video tumefatto della donna, commentati dal generale dei carabinieri Luciano Garofano, consulente della Procura, dal medico legale Saliva, dalla psicologa Gimelli e dall’ingegnere informatico Paolo Reale. Un modo per avvalorare la tesi dell’accusa in merito alla colpevolezza dell’unico indagato (imputato a piede libero). Da quasi sei anni la famiglia di Katia chiede a gran voce che sia fatta chiarezza sulla morte della giovane madre ma quell’omicidio, ad oggi, continua a presentare ancora tutti i contorni del giallo.