L’Italia ha violato il diritto alla libertà d’espressione di Alessandro Sallusti, per questo è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani. È stata ritenuta “manifestatamente sproporzionata” la sua condanna al carcere per diffamazione per due articoli pubblicati nel 2007 su Libero, giornale che all’epoca dirigeva. I giudici hanno riconosciuto a Sallusti il risarcimento di 12mila euro per danni morali, mentre lui ne aveva chiesti 100mila. La Corte ha riconosciuto la correttezza della condanna del direttore per diffamazione, ma ritiene che questa non avrebbe dovuto tradursi in una pena da scontare in carcere. Per questo ritengono ci sia stata la violazione del suo diritto alla libertà di espressione. «Sono soddisfatto, mi dispiace aver dovuto scomodare la Corte europea per una cosa che avrebbe dovuto essere evidente a qualsiasi Corte italiana di buon senso», ha dichiarato Sallusti all’AdnKronos.
ARRESTO SALLUSTI, CORTE UE CONDANNA ITALIA
La vicenda che vede protagonista Alessandro Sallusti risale al 2007, quando Libero pubblica due articoli in cui sostiene che una ragazzina di 13 anni sia stata costretta dai genitori e dal giudice tutelare ad abortire. La notizia era stata già pubblicata il giorno prima da altri quotidiani che però avevano poi precisato che la ragazza non era stata costretta ad abortire, ma aveva voluto farlo. Ad aprile il giudice tutelare aveva quindi denunciato Sallusti per diffamazione. Il giornalista viene condannato per omesso controllo per un articolo e diffamazione aggravata per l’altro, a risarcire 30mila euro e a un anno e due mesi di carcere. Alla fine ha scontato 40 giorni agli arresti domiciliari prima che il Presidente della Repubblica commutasse il carcere in una multa. «Io spero che questa sentenza faccia giurisprudenza affinché un giornalista che non commette dei reati non possa essere mai più arrestato per fatti inerenti alla sua professione», il commento di Sallusti all’AdnKronos.