Giuseppe Frittitta, il lupo solitario di Palermo fermato insieme ad un 19enne marocchino per terrorismo, da tempo era cambiato al punto da non essere più riconosciuto dai suoi stessi genitori. Questi ultimi venivano tacciati dal giovane figlio come dei “miscredenti” ed a loro aveva urlato: “Non avete più alcun potere su di me”. Come riferisce Agi.it, nel suo percorso di radicalizzazione, il lupo solitario palermitano aveva litigato con i genitori e la scorsa domenica si era sposato con una giovane donna musulmana. “Odio i miscredenti, violenza contro di loro”, continuava a ripetere dicendosi pronto a combattere la sua guerra con il nome di Yusef. Lui sognava di compiere una strage e di creare una comunità “di veri musulmani”. A tal fine si era fatta crescere una lunga barba nera e sui social postava simboli di Daesh. La sua radicalizzazione era avvenuta frequentando la moschea di Villabate ma principalmente online tramite lo scambio di messaggi via Facebook, poi via Whatsapp e Instagram. Quindi, dopo l’abilitazione a guidare mezzi pesanti si era trasferito al Nord accrescendo il suo livello di radicalizzazione e dove ha intensificato l’amicizia con il marocchino arrestato oggi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
INQUIETANTI CHAT CON L’AMICO MAROCCHINO
Un 25enne palermitano ma residente in provincia di Monza, e un 18enne marocchino che vive nel novarese, sono stati arrestati nelle scorse ore dalle forze dell’ordine, accusati di essere affiliati all’Isis. Un’indagine meticolosa e complessa quella portata avanti dai poliziotti della sezione Antiterrorismo della Digos, attraverso cui sono emerse una serie di chat che Giuseppe Frittita e Ossama Ghafir, i nomi dei due arresttai, si scambiavano negli ultimi tempi. I due definivano dei “grandi” i combattenti per lo Stato Islamico, e postavano foto degli uomini in tenuta mimetica con annessi commenti: «Portami un fratello – diceva il marocchino – lo abbraccerei fino a rompergli le costole, sono meraviglia di Dio». Numerosi i video visionati dalla coppia e riguardanti gli attentati terroristici. Fra i loro preferiti vi è quello in cui si vede Osama Bin Laden, l’ex numero uno di Al Qaeda, e si sente una voce che dice: «Saggio Osama, il tuo omicidio mi ha ammalato, il tuo omicidio, leone di guerra, ha aumentato il mio malessere». Ghafir diceva ancora: «Nell’Islam non esiste porgere l’altra guancia. La legge di Allah si applica con la spada, e bisogna essere crudeli con i traditori e con i ribelli». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ISIS, LUPO SOLITARIO PALERMITANO ARRESTATO
Si stava indottrinando e addestrando per compiere delle stragi in favore dell’Isis, il 25enne palermitano Giuseppe Frittitta. Barba in stile imam, post contro gli occidentali, e coltellaccio sempre in tasca, la polizia sezione Antiterrorismo della Digos di Palermo a Bernareggio (Monza), dove lo stesso si era trasferito da qualche tempo, lo ha arrestato con l’accusa di istigazione e autoaddestramento al terrorismo. Di professione camionista, si faceva chiamare Yusuf il siciliano, servo devoto di Allah, e una volta scrisse in una chat: «Mi sono preso troppo di collera, ho sbagliato due volte strada. Mancava poco e Yusuf faceva un casino in autostrada». Un semplice incidente o forse un attentato? Chi lo sa, fatto sta che gli inquirenti lo hanno ritenuto un soggetto molto pericoloso, e di conseguenza lo stesso è stato portato in carcere assieme al suo “collega”, il 18enne Ossama Ghafir, marocchino residente a Cerano, in provincia di Novara. I due sono stati in contatto frequente nell’ultimo anno, e l’argomento principale delle loro discussioni era l’isis, l’addestramento, l’indottrinamento. Negli ultimi mesi le loro condotte erano divenute più pericolose, al punto che sarebbero stati pronti ad entrare in azione: «Manifestavano estremo dispiacere – commentano i magistrati, ipotizzando il rischio di gravi delitti – facevano esternazioni ancora più violente». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PALERMITANO AFFILIATO ALL’ISIS ARRESTATO
Un palermitano e un tunisino sono stati arrestati nelle scorse ore, perché accusati di inneggiare all’Isis. Giuseppe Frittitta, 25enne di Palermo, e Ossama Gafhir, 18enne di origini marocchine, sono finiti in manette con le accuse di istigazione a commettere reati di terrorismo e autoaddestramento per compiere atti terroristici. Per mesi si erano preparati a scendere in campo, addestrandosi all’uso di armi e raggiungendo una preparazione fisica e militare per poter combattere al fianco delle milizie dello Stato Islamico in Siria, ma le forze dell’ordine si sono messe sulle loro tracce e li hanno bloccati prima che potessero fare danni. Secondo quanto scrive l’edizione online de La Stampa, citando i pm di Palermo, Giuseppe e Ossama si erano auto-indottrinati attraverso filmati, studiando le tecniche di combattimento e di guerriglia, e scaricando notizie riguardanti le azioni portate a termine dai kamizake. Fra i due sarebbe stato il giovane magrebino a spingere l’altro a forme di radicalizzazione sempre più estrema, e ad addestrarsi per partire destinazione Siria.
INNEGGIAVA ALL’ISIS: 25ENNE PALERMITANO ARRESTATO
Per allenarsi e prepararsi a combattere, i due praticavano il soft air, un’attivita sportiva che consiste in sparatorie nei boschi con l’utilizzo di armi leggere dotate di proiettili “ad inchiostro”: in tal modo,imparavano ad usare le armi e nel contempo si tenevano in condizioni fisiche accettabili. Nel provvedimento di fermo i magistrati di Palermo hanno scritto che i due lupi solitari «intraprendono il jihad senza una ben precisa e chiara organizzazione ma spinti e motivati solo dal crescente odio verso i Kuffar, parola araba che indica, attraverso una grande varietà di sfumature, la persona che non crede nel Dio islamico. Due “mujaheddin virtuali” che promuovono una guerra culturale, anche a colpi di tweet e di notizie artatamente piegate alla propaganda radicale». A tradire Giuseppe Frittitta è stato un selfie pubblicato dallo stesso sulla propria pagina Facebook, con un coltello che definiva “il mio compare 26 centimetri”. Oltre alla barba da imam, Giuseppe aveva più volte inneggiato alla vendetta nei confronti dei combattenti dello Stato Islamico caduti, invocando l’uccisione di tutti gli occidentali.