Torre Maura, tensioni a centro rom/ Volontari portano pane: contestati aspramente

- Davide Giancristofaro Alberti

Caos a Torre Maura, residenti in rivolta contro i rom e il degrado: contestati alcuni volontari. Cei, "evitare guerre tra i poveri"

roma raggi protesta 1 lapresse1280 640x300 Proteste davanti al Campidoglio contro Virginia Raggi (LaPresse)

Clima di altissima tensione al centro rom di  Torre Maura: come riporta Repubblica, che cita due persone, i manifestanti hanno contestato aspramente alcuni volontari che nel pomeriggio si sono presentati con buste piene di pane al centro accoglienza di via dei Codirossoni. «Portatele ai terremotati le pagnotte, anche loro hanno fame», la replica dei manifestanti sul piede di guerra. Intervistati da Stasera Italia, alcuni esponenti di CasaPound hanno tenuto a precisare: «Siamo qui per la protesta legittima dei residenti. Le accuse della Raggi vogliono coprire il fallimento della Giunta: questo quartiere è abbandonato da anni dalle istituzioni e questa amministrazione non sta facendo nulla. Non è intervenuta neanche chiedendo l’opinione ai residenti, a cui è piovuta la situazione in testa: la protesta dei residenti è legittima, noi di CasaPound siamo al loro fianco». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

CEI: “NO GUERRA TRA POVERI”

«Non andremo via da qui fino a quando non sarà stato trasferito l’ultimo rom ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni. Non possiamo stare a guardare»: così alcuni residenti ai giornalisti giunti a Torre Maura per raccontare l’incredibile situazione a cielo aperto che vede numerosi cittadini romani in autentica rivolta per la presenza di alcuni nomadi nel centro d’accoglienza di Via dei Codirossoni. «Ci chiamate razzisti – dicono gli stessi residenti – non comprendete le nostre paure. Avessimo avuto l’odio di cui ci avete accusato, non avremmo avuto buoni rapporti con gli immigrati che da tempo vivono nella stessa struttura»: il punto sembra dunque il fatto che il Comune, davanti allo stato di degrado che regna a Torre Maura (e non solo) “preferirebbe” scaricare alcuni rom in aggiunta alla già desolante situazione del quartiere invece che prendere in considerazione le richieste di risanamento della zona. Alcuni cassonetti sono stati bruciati nella scorsa notte e la tensione resta sempre più alta: la Cei intanto fa sapere in una nota a firma di Mons. Stefano Russo che bisogna il più possibile evitare una «guerra tra poveri. Occorre uno sguardo alle persone ma anche attenzione alla comunità». Sempre il Vescovo, parlando di Torre Maura, sottolinea «attenzionare l’ambiente a tutto tondo, parliamo sempre di persone. Siamo preoccupati dalla strumentalizzazione di alcune situazioni». (agg. di Niccolò Magnani)

“NON VOTEREMO PIÙ M5S”

Continua il clima di tensione a Torre Maura, quartiere popolare di Roma. Nella serata di ieri sono stati portati via i primi rom dal centro di accoglienza, 15 in totale, e non sono mancati episodi di violenza. Numerose persone hanno presidiato la zona, sia gente del quartiere sia militati di estrema destra, leggasi Forza Nuova e Casapound. Uno dei tre pulmini su cui vi erano alcuni dei rom trasferiti in altre zone della capitale, è stato preso a pugni, mentre più volte l’auto con i pasti è stata bloccata dagli stessi manifestanti. Le operazioni di trasferimento riprenderanno quest’oggi, giovedì 3 aprile, e nel contempo proseguirà il presidio del quartiere; gli abitanti della zona intendono infatti aspettare fino a che l’ultimo dei 70 rom non lasci il centro di accoglienza. «Non li vogliamo – ripetono gli abitanti di questa borgata – questi rubano e non hanno voglia di integrarsi». Un quartiere, Torre Maura, dove vi sono circa 250mila persone fra degrado e delinquenza.

TORRE MAURA, FRA ROM E DEGRADO

La maggior parte degli alloggi è popolare, ambienti fatiscenti abbandonati a se stessi dove gli stessi residenti sono costretti a tagliare l’erba dalle strade o i tronchi che cadono durante i temporali o per via del forte vento. Qui, durante le elezioni del 2016, si votava praticamente solo Movimento 5 Stelle, con un successo che aveva toccato ben l’80%. Ma ora, a tre anni di distanza, gli elettori grillini si sentono traditi: «Non mi vergogno di dire che la Raggi l’ho votata – racconta Antonio Del Giudice, 69enne ex responsabile di una ditta di pulizie, abitante di Torre Maura – lo rifarei? Per carità, una delusione, tutto fumo negli occhi. Un disastro». La procura ha aperto un’inchiesta per odio razziale, dopo i fatti accaduti due sere fa, ma i cittadini rimandando al mittente tali accuse: «Non siamo razzisti – racconta Fedora, un’altra residente – a quelli che c’erano prima, i profughi, portavo la colazione, tutti i giorni. Erano rispettosi, non come questi». E a breve potrebbe saltare un’altra testa in Campidoglio, quella di Michela Micheli, direttrice dell’Ufficio speciale Rom, Sinti e Caminanti, che secondo la Raggi avrebbe deciso in autonomia senza interpellare i colleghi.





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