Simone è già stato ribattezzato “er pischello di Torre Maura”. Ha appena 15 anni ed il video che lo vede protagonista è diventato virale per essere riuscito a tenere testa agli esponenti di Casapound che guidavano la protesta contro i 77 rom giunti nel centro di accoglienza alla periferia di Roma. Oggi Walter, padre del ragazzino, torna a parlare dopo l’unica intervista rilasciata lo scorso giovedì a Il Fatto Quotidiano e questa volta lo fa lontano da microfoni e telecamere ma attraverso una lettera indirizzata alla stampa ed a tutti quei giornalisti che negli ultimi giorni lo hanno cercato con insistenza. Il papà di Simone, questa volta ci tiene a sottolineare come le frasi del figlio siano state un gesto puramente spontaneo ed ora crede sia giunto il momento di frenare la “bolla mediatica” degli ultimi giorni, che ha spinto in tanti a pubblicare il video con protagonista il 15enne, senza neppure oscurare il suo volto sebbene non ci sia mai stata l’autorizzazione dei suoi genitori. Per papà Walter, Simone resta ancora il suo “bambino”: “Si perché a me piace chiamarlo ancora bambino, probabilmente inconsciamente è la difesa alla nostalgia che ogni genitore prova nel vedere diventare adulto un proprio figlio”, scrive nella sua lettera.
LETTERA DEL PAPÀ DI SIMONE, 15ENNE ANTI CASAPOUND A TORRE MAURA
Il padre del ragazzo anti Casapound a Torre Maura ha aggiunto, in sua difesa: “Simone sta crescendo e ha il diritto di farlo in tranquillità, senza il peso di una responsabilità che in questo momento non può avere. Ha deciso liberamente di dire quelle parole, l’ha fatto spontaneamente, non ha più rilasciato interviste e non ha mai detto frasi tipo: “Stanno rovinando il quartiere” o “Lo rifarei””. Quindi ha spostato la sua attenzione sulla situazione di Torre Maura, “un quartiere a me tanto caro”. Un quartiere che conosce bene poichè da piccolo veniva a trovare il nonno che abitava proprio in via delle Rondini. “Legati a Torre Maura ci sono tanti ricordi di infanzia, di feste del santo patrono, della mia famiglia in una povertà dignitosa e piena di amore”, scrive. Ovviamente non può negare i numerosi problemi presenti nel quartiere e tipici di tutte le periferie, dove “chi amministra essendo “lontano” non riesce ad ascoltare le grida del dissenso di chi vive in case popolari con famiglie numerose, di chi ha fatiscenti strutture pubbliche e sanitarie”. Anche a Torre Maura si prova la sensazione di abbandono e la disoccupazione ma anche il problema rifiuti. “Chiunque mi proporrà di seguirlo per protestare e gridare questo stato di cose ai veri colpevoli, io lo seguirò”, dice il papà di Simone, che punta il dito contro chi governa “per un proprio tornaconto”. “Credo sia un errore la lotta tra emarginati e poveri, e che invece sia una priorità la lotta per la casa, per il lavoro e per il diritto a una vita dignitosa”, ha aggiunto. E su Simone, lo ha definito un “bambino tedoforo” che lascia a noi una fiamma “che non distrugge, che può illuminare una via”.