Gaetano Fontana, boss della mafia di Palermo, aveva deciso di investire i propri proventi ricavati illecitamente, in quel di Milano, aprendo una bella gioielleria. Così le forze dell’ordine sono venuti a scoprire il giro d’affari che si nascondeva dietro la “Luxury Hours”, un negozio posto al centro del capoluogo lombardo, in via Felice Cavallotti 8, nel cosiddetto quadrilatero della moda fra il duomo e il tribunale. Come scrive l’edizione online di Repubblica, Fontana aveva intestato la gioielleria alla moglie ed aveva anche acquistato degli appartamenti in alcune delle zone residenziali della città meneghina, con l’aggiunta di 50 mila euro in contanti registrati su sei diversi conti bancari. Un patrimonio del valore di circa un milione di euro che il tribunale di Palermo, su richiesta del questore Renato Cortese, ha sequestrato al boss. «Fontana – ha spiegato lo stesso Cortese – è un cognome che appartiene all’aristocrazia mafiosa». Il boss è infatti figlio di Stefano, considerati i reggenti della storica famiglia dell’Acquasanta, una delle cosce più importanti di Cosa Nostra.
MILANO, SEQUESTRATA GIOIELLERIA DI UN BOSS DI PALERMO
Già nel 2010 Fontana era stato condannato per associazione mafiosa ed aveva l’obbligo di dimora a Milano, dove attualmente risiede. I suoi loschi giri d’affari erano venuti a galla grazie alle testimonianze dei pentiti, ma il suo tesoretto raccolto era sempre rimasto nascosto, fino appunto a poche ore fa: «I mafiosi pensano di poter mettere al sicuro i loro patrimoni – prosegue il questore palermitano – magari con investimenti al Nord ma prima o poi lo Stato riesce a recuperare tutto e a restituire il maltolto alla collettività. Il messaggio che deve arrivare, soprattutto alle giovani generazioni, è uno solo – chiosa Renato Cortese – anche dal punto di vista economico, essere mafiosi non è più conveniente». Gaetano Fontana ha imposto per anni a Palermo il famoso “pizzo”, pretendendo da commercianti e imprenditori una parte dei propri guadagni.