ATTENTATO SRI LANKA: 310 MORTI E 500 FERITI/ Oggi giornata di lutto nazionale

- Niccolò Magnani

Attentato in Sri Lanka, 310 i morti, più di 500 i feriti: il presidente ha proclamato per oggi il lutto nazionale

Attentato di Pasqua in Sri Lanka Attentato di Pasqua in Sri Lanka (LaPresse, 2019)

Si aggrava ulteriormente il bilancio dei morti a seguito dell’attentato di Pasqua in Sri Lanka: le vittime accertate sono ora 310, mentre i feriti sarebbero più di 500. A rendere noti i numeri che fotografano ancora di più quest’aggressione sanguinaria, è stato Ruwan Gunasekara, portavoce della polizia. Tra le vittime ci sono anche molti turisti stranieri, indicativamente una trentina, provenienti da 11 paesi diversi, leggasi India, Regno Unito, Stati Uniti, Danimarca, Svizzera, Spagna, Australia, Cina, Olanda, Giappone e Portogallo, mentre non sembra esservi al momento alcun cittadino italiano coinvolto, anche se la Farnesina sta continuando a tenere la situazione monitorata. Sette le esplosioni che si sono verificate in simultanea fra chiese e alberghi, e oltre ad attentati kamikaze sono state utilizzate anche delle vetture cariche di esplosivo. Rinvenuto poi un ordigno inesploso, che è brillato nella giornata di ieri durante le operazioni di disinnesco, e che fortunatamente non ha provocato feriti. 40 le persone arrestate fino ad ora per gli attentati, ritenuti tutti jihadisti, fra cui l’autista di un furgone usato dai kamikaze per recarsi sul posto, e il proprietario di una casa dove alcuni terroristi hanno convissuto e pianificato l’attentato. Per la giornata di oggi, martedì 23 aprile, il presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena, ha dichiarato il lutto nazionale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ATTENTATO IN SRI LANKA: IL BILANCIO DELLE VITTIME

Una vittima francese tra le 37 straniere nella strage di Pasqua ma anche un 40enne di Denver di nome Dieter Kowalski, il primo nome emerso dalle indagini sui morti in Sri Lanka per gli 8 attentati simultanei di ieri mattina. «Finora non risultano vittime italiane ma prosegue il lavoro dell’Unità di Crisi della Farnesina e dell’ambasciata d’Italia a Colombo per le opportune verifiche», ha fatto invece sapere in una nota questo pomeriggio il Ministero degli Esteri italiano dopo le prime verifiche con le autorità cingalesi dopo la strage. All’Ansa intanto un turista bloccato in Sri Lanka ha raccontato la sua particolare condizione di forte disagio, aggiunto al terrore provato per le esplosioni in mezzo Paese: «in questo momento siamo sul mare, lontani da Colombo e non sembra ci siano particolari allarmi. Siamo però preoccupati per come rientrare a Colombo nei prossimi giorni. Speravo che oggi fosse finita. Qui siamo tranquilli, ci hanno garantito protezione e permane il coprifuoco notturno, dalle 20 alle 4», spiega Roberto Mariotti, 46enne in vacanza in Sri Lanka con la sua fidanzata di Cagliari. «Il 26 aprile abbiamo l’aereo e la sera prima abbiamo prenotato un albergo vicino all’aeroporto – aggiunge il testimone oculare -. Pensavamo di arrivare a Colombo in autobus, perché siamo a circa 6-7 ore di distanza, ma sentite le ultime notizie a questo punto non so come faremo per il trasferimento. L’idea è comunque quella di aspettare il volo del 26 aprile e non anticiparlo perché magari si calmano un po’ le acque. Il problema è organizzare il trasferimento». In merito alle indagini, è sempre più corposa l’ipotesi che il gruppo di jihadisti possa essere stato sostenuto nella preparazione da una rete internazionale probabilmente vicina a Daesh-Isis.

FERITO CRONISTA DI REPUBBLICA

Il video della bomba esplosa stamattina vicino alla Chiesa di Sant’Antonio fa davvero impressione (qui sotto, ndr): si trovava non molto distante dal luogo “centrale” dove ieri sono cominciati gli attentati che hanno devastato la Pasqua cristiana delle minoranze srilankesi nel Paese, e proprio per questo motivo vi erano diversi cronisti giunti da ogni parte del mondo per documentare il dramma dei 290 morti e la tensione continua dietro all’attentato ancora “senza firma”. Un giornalista collega di Repubblica, Raimondo Bultrini, è rimasto colpito e ferito – per fortuna in maniera lieve – da una scheggia esplosa assieme alla bomba nell’autovettura vicino al centro di Colombo. Il premier Ranil Wickremesinghe ha detto di non essere stato informato dei rischi per gli attentati di Pasqua nelle scorse settimana e ha promesso un’indagine sul perché non sono state prese vere precauzione: è di fatto una polemica diretta quasi esclusivamente contro il Presidente Maithripala Sirisena, responsabile in Sri Lanka anche delle forze di sicurezza.

COLOMBO, NUOVA ESPLOSIONE VICINO ALLA CHIESA

Sono stati trovati 87 detonatori ala stazione degli autobus di Colombo nelle ultime ore, mentre una nuova esplosione è avvenuta pochi istanti fa vicinissima alla chiesa di Sant’Antonio già colpita dall’attentato di Pasqua di ieri mattina: si tratterebbe di un’autobomba esplosa in fase di disinnesco da parte delle forze dell’ordine in Sri Lanka. In particolare, rivela alla Reuters un testimone oculare, un pacco sospetto con dentro un ordigno esplosivo era stato ritrovato nelle scorse ore vicino a una delle chiese della Capitale. Nel tentare di disinnescarlo, è esploso in un furgone durante l’operazione della polizia ma al momento non sembrano esserci notizie di nuove vittime alle già tantissime (290) di queste tremende ore che vi stiamo raccontando dallo Sri Lanka. Il presidente Maithripala Sirisena ha deciso di dichiarare lo stato d’emergenza nazionale a partire dalla mezzanotte di oggi con il coprifuoco di nuovo attivato in tutte le principali città del Paese: non si hanno invece novità sulle rivendicazioni di tale orrore, sempre più simile alle modalità dell’islamismo radicale con annesso – forse – una motivazione politica per cercare di destabilizzare il potere del Governo centrale.

GOVERNO “RESPONSABILI SONO JIHADISTI”

La pista del gruppo jihadista locale dietro l’attentato di Pasqua prende sempre più piede: secondo il Governo sono proprio i terroristi di Ntj dietro la strage nelle chiese e negli alberi di lusso del Paese e stamane la Ministra della Salute, Rajitha Senaratne, lo ha riconfermato «Non crediamo che gli attacchi possano essere stati portati avanti solo da un gruppo di questo Paese. C’è una rete internazionale senza la quale questi attacchi non sarebbero riusciti». Una rete che però fa esplodere la polemica tra il Governo e lo stesso Presidente che avrebbe ignorato nei giorni scorsi gli allarmi lanciati proprio per rischio attentati contro le chiese del Paese (Sri Lanka a maggioranza buddista, Islam e Cristianesimo sono minoranze). Intanto risuonano ancora le parole dette ieri da Papa Francesco al termine della Benedizione Urbi et Orbi in Vaticano, con il dolore per quanto i poveri fratelli cristiani hanno dovuto patire sotto l’egida della mano violenta e mortifera del fondamentalismo islamista: «Cari fratelli e sorelle, ho appreso con tristezza la notizia dei gravi attentati che, proprio oggi, giorno di Pasqua, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese e altri luoghi di ritrovo dello Sri Lanka. Desidero manifestare la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, colpita mentre era raccolta in preghiera, e a tutte le vittime di così crudele violenza. Affido al Signore quanti sono tragicamente scomparsi e prego per i feriti e tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento».

STRAGE IN SRI LANKA

290 morti, più di 400 feriti nell’attentato di Pasqua più sanguinario degli ultimi anni: una tremenda e ignobile “tradizione” che ancora non vede riportare alcun nome di “responsabile” visto che nelle 24 ore seguenti i 7 attentati simultanei in chiese ed hotel delle principali città dello Sri Lanka non vi sono stati rivendicazioni particolare. Si teme che dietro la terribile strage vi sia ancora la mano dell’Isis che dopo la mattanza del suprematista bianco in Nuova Zelanda contro le moschee l’aveva in qualche modo giurata agli “odiati crociati”. Per ora rimane solo il fortissimo dubbio sulla responsabilità dello Stato Islamico ma resta comunque, a prescindere dalle rivendicazioni, un attentato in pieno stile del fondamentalismo religioso islamista. Colpite le chiese durante la Santa Messa di Pasqua, colpiti gli hotel dove albergavano i turisti stranieri occidentali e ben 7 kamikaze entrati in azione con un unico grande obiettivo: fomentare morte e terrore nella tremenda mattinata santa di ieri. Un funzionario del governo asiatico ha fatto sapere che negli 8 attentati avvenuti, ciascuno è stato realizzato da un diverso terrorista mentre in almeno una strada – all’hotel Shangri-La di Colombo – i kamikaze sono stati due.

L’ATTENTATO DI PASQUA (FORSE) SI POTEVA EVITARE

«Gruppi terroristici continuano a pianificare nuovi attacchi. Hotel e luoghi di culto restano tra gli obiettivi ai quali si aggiungono località turistiche, centri commerciali, aeroporti e altre aree pubbliche», è l’allarme lanciato nelle ultime ore dal Dipartimento di Stato americano dopo che diverse vittime delle 290 uccise nell’attentato di Pasqua erano per l’appunto statunitensi. Al momento la Farnesina smentisce ogni coinvolgimento di vittime italiane, ma saranno le prossime ore con i dettagli e i bilanci ufficiali dallo Sri Lanka che si potrà avere piena certezza della portata di questa orrenda mattanza. Arrestati finora 24 sospettati, le indagini proseguono da ore senza però riuscire a trovare il file rouge comune tra i sospettati e i possibili esecutori della strage di massa: intanto la polizia locale fa sapere che gli 8 attentati di Pasqua avvenuti tra Batticaloa e Dehiwala, forse, potevano essere evitati e prevenuti. Le indagini esamineranno i rapporti secondo i quali «l’intelligence avrebbe fallito nel rilevare o mettere in guardia preventivamente contro possibili attacchi suicidi», riporta l’Ansa: non solo, quasi 10 giorni fa pare fosse arrivato in Sri Lanka un allarme «per il rischio di attentati kamikaze contro chiese importanti». I servizi di intelligence internazionali avevano segnalato diversi rischi e sospetti legati al gruppo radicale islamico National Thowheeth Jamàath (Ntj): già lo scorso anno la setta era stata responsabile di atti vandalici contro simboli buddisti, ma mai con tale ferocia e “coordinazione”. Che sia Isis o Ntj, al momento, poco importa per gli effetti devastanti di 290 vittime: servirà di più per capire quali fossero gli obiettivi e, sinistramente, i prossimi eventuali bersagli.







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