Anche oggi, la nostra Penisola e i mari ad essa adiacenti, hanno registrato la consueta dose di terremoti che – pur non essendo il più delle volte avvertiti dalla popolazione – mettono però in movimento i sismografi italiani. Le scosse telluriche, originate dagli spostamenti delle placche da cui è composta la crosta terrestre, sono un fenomeno frequente, specie nelle aree tettonicamente attive, situate a ridosso dei punti di rottura delle stesse placche. Di per sé, l’Italia non è una regione ad alto rischio sismico, come – ad esempio – il Giappone o la Penisola Indiana – ma alcuni luoghi del nostro Paese possono essere interessati dalla scosse sismiche in modo più intenso rispetto ad altre. Molte sono le variabili che entrano in gioco nel determinare l’intensità di un terremoto, come la profondità dell’ipocentro del sisma, il punto, cioè, da cui sono originate le scosse, e la conformazione geofisica del territorio stesso. Il primo terremoto che ha interessato questa notte l’Italia è stato registrato alle 00.49 lungo la Costa siciliana settentrionale, e ha avuto una magnitudo di 2,8 della scala Richter, con un ipocentro situato a 10,5 km dalla crosta terrestre. Il terremoto è stato molto vicino alla costa del territorio di Messina: i comuni nell’arco di dieci chilometri dall’epicentro sono stati quelli di ). Nello stesso luogo, ieri pomeriggio, alle 17.49 era stata registrata una scossa di magnitudo 2,9, con ipocentro a 9 km di profondità. Una scossa di terremoto di 2 gradi invece è stata registrata poco distante dalla costa siciliana meridionale nel territorio di Gela verso le ore 13 e 15. I comuni più vicini all’epicentro è stato quello di . Anche la Costa calabra occidentale, in questi giorni, è stata interessata da alcuni moti tellurici, come le scosse dell’11 aprile, registrate alle 7.32, con magnitudo 2,4 e ipocentro a 173 km, e quelle del giorno seguente, venerdì 12 aprile, avvenute alle 6.39, con magnitudo 3,5 e ipocentro a 176 km, e alle ore 18.45 con magnitudo 2,1 e ipocentro a 135 km.