La Cooperazione Italiana ha disposto l’invio di un volo umanitario contenente beni di soccorso e generi di prima necessità destinati alla popolazione del Nepal colpita dal devastante terremoto di magnitudo 7.9 cha ha provocato la morte di oltre 4.100 persone. Lo fa sapere il Ministero degli Esteri italiano, spiegando che il volo umanitario è stato organizzato in collaborazione con la Base ONU di Brindisi in partenariato con diverse Agenzie delle Nazioni Unite (PAM, UNICEF ed OMS) ed Organizzazioni di volontariato internazionali. Partirà dalla Base delle Nazioni Unite a Dubai e include tende, coperte, serbatoi di acqua, un impianto di purificazione e materiale per l’impermeabilizzazione di alloggi di fortuna per un valore complessivo di circa 100.000 euro. Il trasporto, comunica ancora il ministero, “si aggiunge al finanziamento di 300.000 euro disposto nelle ore immediatamente successive al terremoto dalla Cooperazione Italiana su indicazione del Ministro Gentiloni, a favore della Croce Rossa nepalese – per il tramite della Federazione Internazionale della Croce Rossa (FICROSS) – per attività di ricerca e soccorso dei sopravvissuti, la cura dei feriti, la distribuzione di acqua e scorte alimentari, nonché la prima ospitalità alla popolazione evacuata dalle abitazioni danneggiate”.
Due milioni di bambini a rischio nel Nepal devastato dal terribile sisma. La Chiesa e la comunità internazionale si muovono. La Conferenza episcopale italiana ha deciso oggi di stanziare tre milioni di euro per la popolazione colpita, prelevati dall’8xmille. I soldi saranno messi a disposizione di Monsignor Pennacchio, nunzio apostolico in India e Nepal. Diversi paesi poi stanno intervenendo. Squadre di soccorritori stanno arrivando dall’India con medicinali e unità ospedaliere mentre il Pakistan ha inviato trenta letti da campo, duecento tende e seicento coperte, medici dell’esercito, una squadra di recupero con cani e radar e cibo per duemila pasti. Si stanno muovendo anche Stati Uniti, Emirati arabi, Regno Unito, Cina, Israele e Singapore.
Dopo il ritrovamento dei corpi di Renzo Benedetti e Marco Pojer, i due italiani travolti e uccisi da una frana provocata nella Rolwaling Valley dal terremoto avvenuto sabato scorso in Nepal, altri due connazionali sono stati trovati senza vita. Si tratta di Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli, due dei quattro speleologi che risultavano dispersi dopo essere stati sorpresi da una valanga nel villaggio di Langtang. Il decesso di Piazza sarebbe stato confermato all’Ansa dalla compagna, mentre pochi minuti fa è stata resa nota la morte di Gigliola Mancinelli, 50 anni, medico rianimatore presso il Cardiologico Lancisi. Intanto una nuova violenta scossa si è verificata poco fa nella stessa area già devastata dal sisma del 25 aprile: come fa sapere l’Istituto Nazionale di Oceanografia Sperimentale (Ogs), il nuovo evento ha raggiunto una magnitudo di 5.1 gradi della Scala Richter.
Sono stati recuperati poco fa i corpi di Renzo B. e Marco P., i due italiani uccisi in Nepal da una frana provocata dal violento terremoto di sabato scorso. I due connazionali sarebbero stati travolti mentre si trovavano a 3.500 metri di quota per un trekking nella Rolwaling Valley. Risultano invece ancora dispersi altri quattro speleologi italiani del Soccorso alpino che al momento della scossa erano a Langtang: si tratta di Giuseppe Antonini, Oskar Piazza, Gigliola Mancinelli e Giovanni Pizzorni. Continua intanto ad aggravarsi il bilancio delle vittime del sisma di magnitudo 7.9: al momento i morti sono più di 3.700 ma “le stime, considerando i distretti colpiti, potrebbero toccare seimila persone. Si calcola vi siano già 5.000 feriti e migliaia sono sfollati e senzatetto”, ha detto Pius Perumana, direttore della Caritas del Nepal a Fides.
Oltre alle migliaia di morti nelle città del Nepal, si contano anche le decine di alpinisti travolte dalle valanghe staccatesi dall’Everest per via del sisma. Il numero degli alpinisti rimasti uccisi nei campi base non è ancora definitivo e centinaia sarebbero i dispersi. Uno degli alpinisti presenti, il tedesco Jost Kobusch, in questi campi ha filmato una delle valanghe che continuano a staccarsi dalla montagna.
Due italiani sarebbero morti sotto una frana provocata dal violento terremoto in Nepal di sabato scorso. Si tratterebbe di Renzo B. e Marco P., uccisi mentre si trovavano a 3.500 metri di quota in un trekking nella Rolwaling Valley. Lo hanno fatto sapere alcuni compagni di spedizione all’Ansa. Sembra invece che stia bene Fiorella Fracassetti, la pubblicitaria bergamasca di 39 anni di cui non si avevano più notizie da sabato: la donna era stata aggiunta ai quattro italiani ancora dispersi, ma sarebbe riuscita a mettersi in contatto poco fa con i familiari per dire che si trova a Katmandu e che sta bene. Non si hanno invece ancora notizie dei quattro speleologi italiani del Soccorso alpino che al momento del violento sisma si trovavano in spedizione nel villaggio di Langtang: si tratta di Giuseppe Antonini, 53 anni di Ancona, in Nepal insieme a Gigliola Mancinelli, medico anestesista, Oskar Piazza e Giovanni Pizzorni, genovese di 52 anni.
E’ di oltre 3200 vittime e quasi 6000 feriti il tragico bilancio del terremoto di magnitudo 7.9 che sabato scorso ha devastato il Nepal portando morte e distruzione anche in India, Tibet e Bangladesh. Il numero dei morti è però destinato a salire ulteriormente, mentre i soccorritori continuano a scavare tra le macerie. Intanto la terra continua a tremare: alle 6.24 ora locale (le 2.39 in Italia) è stata registrata una nuova violenta scossa di magnitudo 4.2 gradi della Scala Richter con epicentro a pochi chilometri da Katmandu. Sono attualmente in corso le operazioni di soccorso per portare in salvo gli scalatori bloccati ai campi base 1 e 2 sul monte Everest: come fatto sapere al quotidiano The Himalayan Times dal direttore dell’associazione Himalayan Guides Treks, Iswari Poudel, almeno duecento guide e alpinisti sono bloccati a causa delle valanghe provocate dal sisma e dalle successive repliche. Tra i dispersi ci sono anche quattro italiani: si tratta di speleologi del Soccorso alpino che si trovavano nel villaggio di Langtang travolto da una valanga. Di loro non si hanno ancora notizie. Sono stati invece ritrovati e stanno bene i due fratelli fiorentini, Daniel ed Elia Lituani, di cui si erano perse le tracce.