Per la prima volta da quando i castristi hanno preso il potere a Cuba nel 1959, una celebrazione liturgica è stata trasmessa alla televisione. Si è trattato della Messa in onore della Vergine della Carità, patrona di Cuba, celebrata lo scorso 8 settembre nel santuario di El Cobre, poco distate dalla città di Santiago di Cuba. Una autentica novità che segna una ulteriore apertura del regime comunista nei confronti della Chiesa. L’Eucaristia, presieduta dall’arcivescovo Dionisio García di Santiago de Cuba , è stata trasmessa di notte da uno dei canali nazionali della televisione cubana, in uno spirito di collaborazione tra la Chiesa e lo Stato, affinché il rito religioso potesse raggiungere il massimo numero di fedeli durante l’attuale pandemia di COVID-19. In chiesa solo pochi fedeli per garantire le misure di sicurezza contro il virus. La celebrazione è stata trasmessa dalla televisione pubblica e anche dalla radio di stato.
CHIESA CATTOLICA E CASTRISTI
La Vergine della Carità è venerata da migliaia di cubani, conosciuta dalla popolazione come la Vergine Mambisa, venerata da coloro che si batterono per l’indipendenza di Cuba nel 1916 portandone l’immagine sui campi di battaglia. Benedetto XV nel 1916 la proclamò patrona di Cuba. Dopo la visita di Giovanni Paolo II i rapporti tra stato e Chiesa sono molto cambiati. Nel 2019, a sessant’anni dalla presa del potere dei castristi, è stata addirittura possibile costruire la prima chiesa a Pinar del Rio, in località Sandino, ed è stata inaugurata con una Messa cui ha partecipato anche Caridad Diego, incaricata degli Affari Religiosi del Partito comunista di Cuba. Il fatto che la prima chiesa ad essere terminata sia a Sandino ha anche un significato simbolico, perché lì c’era uno dei “villaggi di prigionieri” (in totale, secondo stime, sarebbero stati 21) creato all’inizio della revolucion dal regime comunista per deportarvi le famiglie accusate di aver collaborato o aver preso parte alla rivoluzione dei campesinos di Escambray degli Anni Sessanta.