Sono passati 64 anni dall’eccidio delle Fosse Ardeatine che contò 335 vittime uccise dai nazisti per rappresaglia in conseguenza dell’attentato di via Rasella.
I loro nomi, come ogni anno, sono riecheggiati oggi durante la cerimonia di commemorazione aperta con la deposizione, come da tradizione, di una corona da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che ha sottolineato l’importanza di «vedere ogni anno qui tanti giovani e parenti delle vittime, perché qui è accaduto qualcosa che non dimenticheremo mai, come non dimenticheremo mai coloro che hanno sacrificato la loro vita».
Erano presenti oltre al presidente Napolitano, anche il presidente del Senato Franco Marini, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, il ministro Arturo Parisi e il vice premier e candidato sindaco di Roma Francesco Rutelli, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, il presidente e il portavoce della Comunità ebraica di Roma, Leone Paserman e Riccardo Pacifici, il commissario straordinario di Roma, Mario Morcone, il prefetto Carlo Mosca, il candidato sindaco per il Pdl, Gianni Alemanno e quello dell’Udc, Luciano Ciocchetti. Inoltre numerosi ex partigiani con stendardi dell’Anpi. «Le Fosse Ardeatine sono il cuore della Roma moderna e ci richiamano alla memoria i principi di tolleranza e a comprendere quanto questa città abbia tante identità e tante culture. Ci richiamano anche a fare in modo che, veramente, Roma mantenga un valore universale e di apertura verso tutte le culture e tutte le identità». È quanto ha affermato Gianni Alemanno. Per Francesco Rutelli «oggi siamo un paese libero anche grazie al sacrificio dei 335 che furono gettati qui come persone a cui era tolta ogni dignità e dalla loro dignità ricaviamo la nostra libertà».