“… Ho digitato il Tuo nome e cognome su Google, come se la rete potesse darmi qualche notizia su di Te, un segnale del Tuo “esistere” nell’aldilà… perché questo prolungato silenzio? Lo so, se ce ne fosse bisogno, faresti in modo di contattarmi, magari nel sogno oppure nei discorsi e negli occhi di qualcuno che mi avvicina per caso… sei sempre stata risolutiva, concreta, capace di raggiungere l’obiettivo in maniera efficace…”.
Edito dalla veneziana Marcianum Press, “Tundurundù, Pensieri di amore e di bellezza. Un anno di facebook” è un’opera semplice e rivoluzionaria che colpisce dritto al cuore. Marco Eugenio Di Giandomenico fa infatti quello che fanno ormai milioni di persone in tutto il mondo: affida – soprattutto alla sera – i propri pensieri alla rete.
“Facebook è un grande strumento di cui disponiamo e che per esistere ha bisogno di Internet. Da molti è demonizzato, da altri è utilizzato in maniera più o meno scorretta, per me è come gridare a voce alta, mi piace pensare che ciò che scrivo raggiunga il mondo esterno a me e rimanga indelebilmente impresso sulla rete, anche a futura memoria, (non solo mia). In questa ingenua fictio, nel primo anno di separazione terrena da mia madre, ho cominciato a scriverle con dei post su facebook, forse nella irrazionale speranza che potesse leggerli. Col passare dei mesi ho percepito che i miei messaggi invece la raggiungevano: spesso, dopo che le scrivevo, avvertivo la sua presenza e il suo abbraccio pieno di amore”.
“Tundurundù…” è perciò in primo luogo una raccolta di pensieri di amore verso la madre Olga, donna aquilana scomparsa all’età di 79 anni dopo vent’anni di dura malattia. “Buonanotte Amore… non so dove sei adesso… forse sei Tu che guardi me e non il contrario… quante cose vorrei dirti e se te le dicessi tutte non basterebbe una vita e comunque le conosci già tutte perché sono stato dentro di Te e forse dal Tuo grembo non sono mai uscito…”. Una struggente poesia che nella prima parte del libro consegna al lettore una donna eccezionale proprio perché normale, entusiasta della vita e punto di riferimento della famiglia, capace di donarsi al prossimo e di affrontare la sofferenza grazie ad una Fede limpida e straordinaria.
Olga è la mamma di tutti, testimone di un cristianesimo vissuto quotidianamente che permette alla vita di fiorire in ogni suo aspetto: il legame con il cagnolino Lilla, i rapporti con i parenti, le gite, le feste… ma in primis l’amore per il marito che sposa anche contro il volere della famiglia, timorosa perché suo cugino di primo grado. La sua devozione alla Madonna, a Santa Rita e Padre Pio costituiscono la fonte della sua energia. A letto malata, riesce a promuovere il restauro della chiesetta del Mulino di Assergi con una determinazione umanamente impossibile!
Quella di Di Giandomenico è perciò un’opera profondamente “cattolica”, in tutte le su accezioni: un libro che documenta la forza della fede, con continue citazioni di Sant’Agostino e San Josemaria Escriva; “universale” proprio perché rivolto a tutti e pieno di attenzione verso la realtà tutta: i “ritmi” e le atmosfere di Milano, l’attualità con le dimissioni di Benedetto XVI e le elezioni del 2013 ma soprattutto bellissimi i passaggi in cui l’autore si immedesima in capolavori della cinematografia mondiale come “Indovina chi viene a cena stasera” o “Storie di Ordinaria Follia”, leggendo in essi sentimenti e situazioni vissuti dalla sua stessa famiglia; un’opera “cattolica” infine perché vi fa capolino continuamente il tratto profondamente umano del “peccato originale”.
“… Le nostre inclinazioni, deviazioni, declinazioni sono sempre le stesse… inesorabilmente si ripresentano ogni volta… cerchiamo di combatterle, ridurle, ammorbidirle, annientarle, trasformarle… bisogna farci i conti, rappresentano l’incrinatura dello specchio dell’anima, la manifestazione di quel peccato originale che ci ha fatto piombare in questa giungla…”.
“Tundurundù…” è dunque semplice perché parla a tutti ma è soprattutto un testo rivoluzionario perché inaugura in qualche modo un genere letterario, consegnando al Tempo ciò che sui social network è solo pensiero di un istante. Di Giandomenico invita a non aver paura a raccontare se stessi, a non temere i propri limiti e le proprie affannose ricerche, a riflettere sugli affetti che ci danno consistenza; Tundurundù è un inno alle nuove frontiere della comunicazione da guardare con stupore e immensa fiducia, dove tutti possono offrire e trovare amore e bellezza.