E’ il primo saggio interamente dedicato ad Amazon, l’azienda di e-commerce fondata da Jeff Bezos 20 anni fa, scritto in Italia. È questo il risultato raggiunto da Marco Scotti, giornalista economico milanese, che ha deciso di indagare su un fenomeno che, pur essendo estremamente diffuso, è ancora sconosciuto, specie nel nostro paese. Un fenomeno, tra l’altro, estremamente controverso. Tanto che la prima domanda che l’autore si pone è se Amazon sarà la causa del definitivo crollo del settore librario nel nostro paese. La risposta è no, ma è indubbio che il segmento, e perfino il legislatore, non siano stati in grado di replicare coerentemente a un fenomeno che si stava estendendo a macchia d’olio. Anche perché, secondo Scotti, altri sono i settori messi davvero in ginocchio da Amazon. Su tutti, quello dell’home video, travolto dai prezzi stracciati praticati dall’azienda di Bezos, con costi al pubblico inferiori anche del 50% rispetto ai negozi tradizionali.
Un altro grande problema discusso in Codice Amazon è quello relativo alla trasparenza: Amazon, che è quotato a New York, può “permettersi” di non rendere conto delle proprie attività alle autorità fiscali europee, e paga tasse nel nostro Paese (950mila euro) che sono più basse di quelle corrisposte da una media azienda. Prima dell’arrivo di Renzi si era cercato di arginare il problema con l’introduzione di una web tax, ovvero l’obbligo per qualunque società operante in Italia di aprire una posizione Iva. La norma poi è stata accantonata, anche perché si temeva che un provvedimento di questo tipo potesse mettere in fuga potenziali investitori.
Ampio spazio nel libro di Scotti è dedicato al “come tutto ebbe inizio”. A partire dal 1994, quando, durante un viaggio in macchina da New York a Seattle, Jeff Bezos partorì la sua idea vincente, che lo ha reso un uomo da quasi 30 miliardi di dollari di patrimonio. Dopo la quotazione in borsa del 1997, Amazon è riuscita a resistere anche alla bolla delle “dot com”, uscendone rafforzata. Oggi è un’azienda da 75 miliardi di dollari, con una capitalizzazione di 150, capace di vendere qualsiasi prodotto. Non più solo libri o musica, ma perfino opere d’arte da milioni di dollari. Questa sua onnipresenza ha fatto sì che, dopo le librerie americane, anche Walmart abbia cercato di difendersi, ritirando dai propri scaffali l’ebook reader Kindle. Ma dopo Walmart è già la volta di Google: è lo stesso presidente ad aver affermato che è proprio Amazon il loro competitor più diretto e agguerrito.
Gli ultimi capitoli di Codice Amazon sono dedicati alle interviste a tre personaggi che, a diverso titolo, hanno avuto a che fare con l’azienda di Bezos. Si tratta di Riccardo Cavallero, direttore generale libri trade di Mondadori fino a gennaio di quest’anno; Maurizio Caminito, già responsabile delle biblioteche romane; e Andrea Granelli, esperto di Ict e primo amministratore delegato di Tin.it.
Un libro, quello di Scotti, che non vuole esprimere giudizi di merito su un’azienda che deve tutto al proprio geniale fondatore. Piuttosto, l’intento dell’autore è quello di esplorare un fenomeno di cui in Italia si fa fatica perfino a comprendere i confini. E per chi fosse a Roma, il 16 marzo, alle 18.30 presso la libreria Arion di Via Cavour, presentazione di Codice Amazon. Interverranno, oltre all’autore, il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, e Marcello Ciccaglioni, presidente delle librerie Arion.
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Marco Scotti, “Codice Amazon. Trucchi e segreti dell’azienda che ha rivoluzionato lo shopping”, Lantana editore, 2015