Tom Stoppard è un commediografo inglese molto prolifico e pluripremiato, poco noto in Italia. Al teatro studio Frigia 5, nei giorni scorsi è andato in scena per la prima volta un lavoro tratto dalla traduzione di una delle sue commedie meno note, “The Real Thing”.
Nella regia minimalista, piuttosto movimentata, di Carolina Migli Bateson, prendono vita i 5 personaggi principali, più un certo Billy Jones che recita da qualche parte , non si vede ma crea scompiglio nella nuova coppia, formata da Henry (un ironico Nando Rabaglia) e Annie (la frizzante Eleonora Bagarotti, anche traduttrice).
All’inizio della commedia, risolta in un atto unico lungo meno di un’ora e mezza, ci sono due coppie, anzi tre, considerando che lo scenario si apre con una coppia che (scopriremo più avanti) sta solamente recitando a teatro. Alla fine, tra indugi e sofferenze, i due amanti divorziano e si risposano tra di loro. Non sarà facile, per Henry, tenere testa alla biondissima Annie. Irresistibili le scene in cui lei gli si abbandona, letteralmente, tra le braccia per poi innescare richieste legate a un progetto a cui tiene moltissimo e che il marito sembra scansare finché non capisce che l’unico modo per tenere quieta la moglie è cedere.
Il cast messo assieme dalla Bateson funziona soprattutto in virtù delle differenze, anche fisiche, tra la prima moglie (la brava Maria Paola Biasotti) e la seconda (Bagarotti, appunto), che pungolano a turno un credibilissimo Rabaglia. Puntuale la recitazione, con tanto di prova ginnica, di Giovanni Rosa (il primo marito di Annie, Max).
Le scene vengono intervallate dalla piroettante figlia di Henry, Debbie (Liliana Palumbo, che dà il meglio di sé in un battibecco adolescenziale con il padre) e dalle canzoni dei Police, che l’intellettualissimo Henry preferisce all’opera lirica.
Siamo entrati con curiosità e siamo usciti con il buonumore.