Una tre giorni per riscoprire la figura di Don Luigi Giussani e riflettere sul suo insegnamento e il profondo impatto che la sua teologia ha avuto sulla vita di molte persone: è questa, in sintesi, una summa dei temi che, dal prossimo 11 dicembre, verranno trattati a Lugano presso la locale Facoltà di Teologia in quello che è, di fatto, il primo vero convegno sul fondato di CL: “Luigi Giussani, il percorso teologico e l’apertura ecumenica” è il titolo delle tre giornate di studio che René Roux, preside della stessa Facoltà, ha presentato e che sono state organizzate anche per celebrare i primi 25 anni dell’ateneo elvetico. “Anche io andrò al convegno con la voglia di imparare” ha ammesso il rettore in sede di presentazione dell’evento che si concluderà mercoledì 13 dicembre con il climax di una lectio magistralis tenuta per l’occasione dal teologo e linguista spagnolo Julian Carròn.
IL RETTORE RENE’ ROUX PRESENTA LA TRE GIORNI
“Il pensiero di Don Giussani è così ampio e profondo che meritava di essere approfondito” ha spiegato proprio Roux che chiarisce anche il motivo per cui nasce il convegno: “Per quanto mi riguarda, il mio interesse nasce dall’originalità del suo pensiero soprattutto nel superare certi vicoli ciechi prodotto da una assunzione acritica operata da certi teologi” argomenta il rettore che mette sul tavolo anche il motivo per cui, secondo lui, certi aspetti del pensiero del fondatore di CL non sono mai stati studiati bene: “Giussani non è mai stato un teologo da tavolino” dice ricorrendo a una espressione già usata da Papa Francesco, aggiungendo però che l’impatto delle sue riflessioni sulla vita di tante persone è stato decisivo. “Non si dimentichi anche” ha precisato Roux, “che lui è stato un autore di lingua italiana mentre le facoltà teologiche spesso di concentrano su autori, francesi o tedeschi”. Infine, il rettore non dimentica anche la vicinanza e il legame che Don Giussani aveva col suo territorio (il Canton Ticino, NdR) e che hanno rappresentato un aspetto importante nelle fasi preparatorie del convegno.
IL RAPPORTO DI DON GIUSSANI CON LE SCRITTURE
Ad ogni modo, René Roux ci tiene a puntualizzare che molti aspetti della figura del teologo originario di Desio e scomparso nel 2005 potranno essere chiariti meglio solo alla fine della tre giorni che animerà la Facoltà di Lugano: “Non è facile sintetizzare un pensiero così ricco e articolato” ha spiegato, mettendo l’accento su quella che è la principale peculiarità dell’oggetto di studio, ovvero il rapporto esistente tra esperienza personale e Rivelazione: “Sarà comunque interessante vedere cosà si dirà al convegno” puntualizza il rettore che ricorda, tuttavia, che gli insegnamenti di Don Giussani sono stati oramai recepiti anche ben al di fuori della Chiesa Cattolica ed è anche questa una delle ragioni per cui, tra i relatori, ci saranno anche studiosi provenienti dalle esperienze dell’anglicanesimo e perfino dell’ortodossia. Infine, il rettore della Facoltà svizzera anticipa alcuni dei temi che toccherà nel suo di intervento, programmaticamente intitolato “L’ermeneutica della Scrittura in Giussani” e che si soffermerà soprattutto sullo studio del teologo di alcuni episodi narrati nella Bibbia: “Lui si preoccupava di capire quale era l’esperienza umana alla base di quanto leggiamo, ed è a mio avviso un modo interessante di avvicinarsi alle Scritture” conclude.