ADOLF HITLER/ Simone Weil: alle origini dell’hitlerismo c’è Giulio Cesare
Hitler e Giulio Cesare, similitudini nel saggio di Simone Weil. Secondo la studiosa di filosofia politica i due personaggi avevano in comune gli elementi di costruzione del potere

Il Venerdì di Repubblica si lancia in un’analisi di un saggio di Simone Weil dedicato a quello che è probabilmente il più spietato dittatore della storia recente, Adolf Hitler. Weil racconta nel suo ‘Le origini dell’hitlerismo’ come alla base dell’iconografia nazista, che tanto segnò tragicamente la storia del mondo, ci fosse niente meno che Giulio Cesare e l’Antica Roma. Questo perché gli imperatori romani miravano a diventare eterni nell’immaginari collettivo, un modo per conquistarsi l’immortalità attraverso il potere che aveva affascinato terribilmente Hitler nei suoi primi passi mossi nel mondo della politica. Secondo Weil, morta peraltro nel 1943, prima che la parabola di Hitler terminasse con la fine della Seconda Guerra Mondiale, Hitler rappresenta la quintessenza della filosofia del potere dell’uomo forte, che nasce nell’antica Roma e si sviluppa con personaggi come il console Lucio Cornelo Silia e in ultimo l’imperatore per eccellenza, Giulio Cesare.
HITLER E GIULIO CESARE
QUANTE SIMILITUDINI NEL SAGGIO DI SIMONE WEIL
Un personaggio che secondo Weil in politica estera viveva grandi parallelismi, per aggressività e brutale assoggettamento dei popoli conquistati, con Hitler. Così come l’economia romana era fondata sullo schiavismo, al pari del nazismo che aveva fatto delle deportazioni una macabra consuetudine. Weil nel suo saggio parla di “adorazione dello Stato Centralizzato”, che rappresenta uno degli elementi fondativi di ogni stato totalitario. Andando avanti nella storia, Carlo V, Luigi XIV e Napoleone sono stati Re, Imperatori e Generali che rappresentano gli anelli di congiunzione tra Giulio Cesar e Hitler. E’ la visione e la costruzione del potere ad essere fondamentale, un sistema ciclico che si è ripetuto dalla Roma Imperiale alla Germania Nazista, al di là della brutalità che è stata soggettiva e che con Hitler, nell’esercizio del potere stesso, ha probabilmente raggiunto il suo apogeo. Un saggio che analizza dunque la teoria dell’eterno ritorno che nella storia, secondo Simone Weil, ha sempre avuto un ruolo di primo piano.
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