Il più antico testo in lingua latina dei Vangeli scoperto dopo 1500 anni. Si tratta della versione compilata nel quarto secolo dal vescovo Fortunatianus di Aquileia, originario del nord Africa. Il suo lavoro è andato perduto per 1500 anni ed è stato riportato alla luce dall’accademico inglese Hugh Houghton dell’università di Birmingham che lo ha scoperto nascosto nella biblioteca della cattedrale di Colonia in Germania. L’università di Salisburgo lo ha poi ricopiato digitalmente, ma il primo a tradurlo dal latino in una lingua moderna, l’inglese, è stato lui. In realtà la copia trovata non sarebbe l’originale, ma piuttosto una copia trascritta da uno studioso di 400 anni dopo. Si tratta di una versione molto particolare che invece di interpretare storicamente i fatti della vita di Gesù come li riportarono i discepoli, calca la mano sulle allegorie e sulle metafore. Il motivo di tale interpretazione, secondo lo studioso, è che molti dei primi studiosi della Bibbia, traducendola, non la intendevano come una serie di fatti storici realmente accaduti, ma come una sorta di messaggi in codice in cui erano presenti i messaggi chiave del cristianesimo.
Un esame molto particolare, questo, che non significa affatto che il vescovo suddetto non credeva nella storicità degli eventi, ma probabilmente che al tempo ci fosse bisogno di un linguaggio più diretto alle popolazioni di allora, che cioè si dovesse comunicare con loro in questo modo. Il professor Houghton invece sottolinea questo aspetto, dicendo che non farà piacere ai cristiani di oggi ma che invece dovrebbe avere importanza. Il motivo? Capire che la Bibbia non va presa sul serio. Si tratterebbe cioè di raccontini inventati per indottrinare il popolo. Sempre secondo lo studioso, ciò che metteva particolarmente in crisi i primi traduttori era “l’inconsistenza esistente ad esempio tra il vangelo di Matteo e quello di Luca”. Ammette fortunatamente che bisogna capire il contesto storico in cui operavano personaggi come il vescovo di Aquileia. Oggi invece i cristiani fondamentalismi interpretano la Bibbia in modo letterale come la parola di Dio cosa che non permette di interpretarla in modo adeguato, dice ancora lo studioso.