È morto all’età di 90 anni da poco compiuti Tullio Gregory, grande storico della filosofia e filosofo egli stesso: viveva a Roma e lo scorso 28 gennaio aveva appena festeggiato il suo novantennio ricco di opere, lasciti letterari e importanti studi per la cultura italiana e non solo del XX e XXI secolo. L’ultimo saggio uscito proprio pochi mesi fa era “Translatio linguarum”: lavorava tutti i giorni, instabilmente, per donare alla collettività insegnamenti, storia e pensiero della grande filosofia occidentale. Mancherà a tantissimi studenti di liceo e università che per molti decenni ancora utilizzeranno i suoi manuali approfonditi e “semplici”, senza mai rinunciare alla magniloquenza e complessità dei contenuti. Docente di storia della filosofia medievale e di storia della filosofia all’università La Sapienza, nel 1993 aveva fatto parte del consiglio d’amministrazione della Rai: Tullio Gregory fu anche Socio nazionale dal 1987 dell’Accademia dei Lincei «ed è sempre stato direttore del gruppo di ricerca CNR e poi Istituto del Lessico Intellettuale Europeo. Professore alla Sorbona (1986-87) che gli ha conferito la laurea honoris causa nel 1996», riporta l’Ansa. Ha fatto parte della Treccani fin dal 1951 guidando molte opere e seguendo un progetto ancora oggi studiatissimo sulle “parole chiave” del XXI secolo.
UNA VITA AL SERVIZIO DELLA RAGIONE
Tra i titoli più famosi che si ricordano (e ricordano bene proprio i suoi studenti) Platonismo medievale. Studi e ricerche del 1958, Studio su Pierre Gassendi del 1961 ma anche Etica e religione nella critica libertina (1986), Origini della terminologia filosofica moderna. Linee di ricerca(2006) fino all’ultimissimo Michel de Montaigne o della modernità (2016). Un’intera vita spesa da Tullio Gregory per il sapere, per il pensiero collettivo e sempre al servizio della ragione “illuminata”: grandi passioni come il Medioevo (spesso ripeteva che definirlo “secolo buio” è uno dei più grandi errori marchiani culturali e storici che si possa compiere, ndr), l’Illuminismo e il Rinascimento erano noti in Gregory e dai suoi libri si poteva osservare tutto l’interesse e l’importanza di ogni età decisiva della storia moderna umana. «Fiducia nella ragione, che va sempre difesa perché se si perde si perde la sostanza del nostro essere uomini. Ma sapendo che impegnarsi nell’uso duro e demitizzante della ragione va fatto alla luce del dubbio. Chi è sicuro di sé può diventare un tiranno», come spesso ripeteva ai suoi studenti. Dalla filosofia al pensiero di tutti i giorni, Tullio Gregory ha per anni collaborato con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, contribuendo alla pubblicazione del Dizionario enciclopedico italiano.