Uniti nella vita sentimentale, nella latitanza e nelle scorrerie per assaltare banche in tutto il Nord Italia. La fuga di due fidanzati-rapinatori, che si sono guadagnati il soprannome di ‘Bonnie & Clyde’, è terminata sabato pomeriggio, quando i carabinieri del Reparto Operativo di Bologna -che oggi hanno raccontato la vicenda- li hanno arrestati mentre pranzavano al McDonald’s di S.Lazzaro di Savena, alle porte del capoluogo emiliano.
Filippo Peligno, 42 anni, di Venaria (Torino), e la compagna Maria Dimastrochicco, 33 anni, torinese, erano ricercati perché destinatari di sei ordinanze di custodia o di ripristino di misure detentive dopo evasioni da arresti domiciliari (quattro provvedimenti a carico dell’uomo e due della donna), per rapine in istituti di credito in Emilia-Romagna, Toscana e Piemonte, commesse fra la fine del 2007 e il 2008. I due sono sospettati di almeno un’altra decina di assalti a banche del Nord, e i carabinieri di Bologna li hanno fermati anche per due ‘colpi’ recenti: all’agenzia di Casalecchio di Reno della Bpm (10 dicembre 2008, bottino 13.000 euro) e alla Bpm’ di via Massarenti, a Bologna (10 marzo 2009, bottino 4.000 euro). Il modus operandi prevedeva che fosse quasi sempre l’uomo ad entrare in banca, a volto scoperto e armato di un cutter, mentre la complice lo aspettava in auto. Nei vari episodi avrebbero racimolato una cifra stimata in almeno 100.000 euro: denaro che non li avrebbe arricchiti, ma sarebbe servito alla sopravvivenza in clandestinità della coppia, e ad acquistare droga per uso personale. Per garantirsi la latitanza, potevano contare su una fitta rete di appoggi, a Bologna e in altre città, che i due avrebbero pagato e sui quali sono in corso ulteriori indagini.
Per sfuggire ai controlli esibivano sempre documenti falsi, con le generalità di persone realmente esistenti e residenti in Campania e Sicilia. Lo hanno fatto anche sabato, quando sono stati identificati nel fast food, affollato di clienti nel giorno di festa. I militari, che hanno simulato un controllo di routine ma erano andati a colpo sicuro, li hanno fatti uscire e portati in caserma per il fotosegnalamento, accertando la loro vera identità. Sulla loro auto, una Renault Scenic intestata a un parente della donna, sono state trovate cinque dosi di eroina.