Vista l’assenza di medici nelle scuole italiane bisogna ricorrere ad altri metodi per individuare i casi sospetti di Influenza A. Quindi docenti e alunni seduti a fianco nei banchi per imparare a conoscere il virus H1N1.
Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), si fa portavoce dell’iniziativa: «In mancanza di un dottore che possa valutare i bambini sintomatici, è necessario avviare corsi di formazione e informazione per docenti e alunni». «La questione – assicura Mele – sarà sottoposta quanto prima al ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, a cui abbiamo chiesto un incontro per discutere le metodologie su come affrontare il problema della Nuova influenza nelle scuole». E se nei giorni scorsi l’ipotesi di un rinvio dell’inizio delle lezioni aveva fatto discutere, Mele precisa che «una pandemia come quella del virus H1N1, che in sei settimane ha viaggiato molto più velocemente delle precedenti, costringe a diversificare anche i metodi di sorveglianza. La chiusura delle scuole o il rinvio delle lezioni – spiega – rientrano nella rosa delle ipotesi che si possono prendere in considerazione per evitare il contagio».
Ma non basta prendere misure drastiche contro la pandemia di influenza suina, bisogna giudicare di volta in volta la soluzione migliore. «Di certo – conclude Mele – bisogna essere flessibili nel fare prevenzione, valutando i singoli casi proprio come ha consigliato l’Unione europea alcune settimane fa». Non una chiusura indiscriminata degli istituti, quindi, ma un’azione mirata di lotta al virus.
Tra i comportamenti più importanti per evitare il contagio all’interno di una scuola, comunque, c’è il corretto lavaggio delle mani che, per prevenire la pandemia, si rivela un’operazione tutt’altro che banale e particolarmente articolata, della durata complessiva di un minuto. «Come medici pediatri – sottolinea Mele – siamo disposti a tenere corsi in cui spieghiamo agli alunni e ai docenti come lavarsi le mani, per quanto tempo e con quali movimenti». Sarebbe inoltre consigliabile, secondo Mele, «evitare che i bambini si abbraccino, che si riuniscano in gran numero in uno stesso luogo, che non usino la mano per coprirsi la bocca quando starnutiscono ma un fazzoletto o il braccio». Mentre sull’ipotesi di istituire forme di isolamento per gli alunni sintomatici, Mele non si pronuncia: «sono decisioni che spettano al ministro Gelmini».