Gli scienziati avrebbero scoperto un pianeta adatto a ospitare la vita molto simile alla Terra.
IDEALE PER LA VITA – Finora l’Extrasolar Planets Catalogue ha identificato 573 pianeti che orbitano vicino al nostro sistema solare e diversi team internazionali di astronomi sono in lizza per rivendicare di avere individuato il primo pianeta abitabile simile al nostro. E come scrive Dan Vergano su Usa Today, di recente il gruppo tedesco guidato da Lisa Kaltenegger del Max-Planck Institut fur Astronomie di Heidelberg ha segnalato un pianeta grande 3,6 volte la Terra orbitante intorno alla stella HD85512. Quest’ultima è pari a circa il 69% delle dimensioni del Sole e dista 36,23 anni luce (un anno luce è pari a circa 9,5 migliaia di miliardi di chilometri). E uno studio molto simile è stato condotto da Francesco Pepe dello Swiss Observatoire de Geneve, pubblicato sempre sul database arXiv.org. Il gruppo europeo di “cacciatori di pianeti” riferisce che HD85512 è una delle dieci stelle più vicine a noi tenute sotto controllo in quanto rientrano nella zona abitabile. Il che, tradotto, significa che l’acqua rimane liquida invece di diventare ghiacciata o bollire evaporando fuori dall’atmosfera.
NUVOLE BENEFICHE – Il pianeta gira intorno alla sua stella (più piccola e meno calda del nostro Sole) una volta ogni 54 giorni lungo un’orbita leggermente allungata su un raggio pari a 39 milioni di chilometri. E il pianeta, chiamato dagli astronomi con scarsa fantasia HD85512b, si troverebbe sul bordo interno della zona abitabile della stella. Gli esperti hanno realizzato un modello per stimare come sia l’atmosfera del pianeta HD85512b, scoprendo che si tratterebbe di un luogo piuttosto nuvoloso. Circa metà della sua superficie sarebbe infatti ricoperta da nuvole, proteggendola dalla luce della stella e rendendolo così potenzialmente abitabile. Il livello di “albedo”, cioè la quantità di luce respinta da HD85512b, e che quindi non è assorbita dalla sua superficie, è pari a 0,5, contro lo 0,3 della Terra e lo 0,75 di Venere. Come scrive inoltre il National Geographic, Kaltenegger e i suoi colleghi hanno calcolato che una copertura di nuvole pari almeno al 50% è in grado di riflettere abbastanza energia nello spazio da evitare il surriscaldamento. In media, la Terra ha una copertura di nubi pari al 60%.
OSSIGENO E AZOTO – Ovviamente, le nuvole formate dal vapore acqueo dipendono da un’atmosfera simile a quella della Terra, la cui presenza però che non può essere identificata su pianeti così distanti con gli strumenti a nostra disposizione. Ma, come reso noto da Kaltenegger, i modelli matematici sulla composizione dei pianeti affermano che i mondi con una massa pari a più di dieci volte quella della Terra dovrebbero avere un’atmosfera dominata da idrogeno ed elio. Quelli di dimensioni inferiori, come per esempio HD85512b, hanno maggiori probabilità di avere un’atmosfera simile a quella della Terra, composta perlopiù da azoto e ossigeno. E rivela sempre Lisa Kaltenegger: “La distanza tra HD85512b e la sua stella è esattamente sul limite lungo il quale è possibile avere acqua allo stato liquido. Riferito sulla scala del nostro sistema solare, è leggermente più distante dell’orbita di Venere attorno al Sole”. E a questa distanza, come scrive il National Geographic, il pianeta probabilmente riceve una quantità di energia solare leggermente più elevata dalla sua stella rispetto a quella che la Terra prende dal Sole. E finora, il pianeta appena individuato è solo il secondo mondo roccioso fuori dal nostro sistema solare a essere stato confermato come situato all’interno della zona abitabile della stella, quella cioè non troppo vicina né troppo lontana per consentire all’acqua di restare allo stato liquido. L’altro contendente, il pianeta Gliese 581d, è stato scoperto in precedenza utilizzando gli strumenti HARPS. Questo mondo si trova esattamente sul margine esterno della zona abitabile della stella.
(Pietro Vernizzi)