La politica deve tornare ad essere finanziata, servirà una legge proporzionale e la sinistra dovrebbe tornare ad avere una vera ideologia: questi i tre “capisaldi” del pensiero di Massimo D’Alema espressi nella lunga intervista ad Aldo Cazzullo sul “Corriere della Sera”.
«La sinistra deve tornare ad avere un messaggio ideale, anzi direi proprio ideologico: il riscatto sociale. L’eguaglianza. Un mito progressista, da contrapporre a quello regressivo della terra e del sangue. Guardi quant’è forte la destra in America…», sentenzia il fondatore di LeU, non più così convinto a rimanere fuori dal Pd di Letta («Si è aperto un dialogo. Apprezzo il lavoro di Letta per aprire e rinnovare il Pd. Sono un militante di base, farò quello che deciderà il compagno Speranza…»). In merito all’attualità politica, la corsa al Quirinale dovrebbe vedere escluso già in partenza Mario Draghi: secondo D’Alema infatti, «Il Paese ha bisogno che Draghi continui a governare. Dal Quirinale non si governa, si svolge un ruolo di garanzia. Stiamo attenti, già abbiamo inventato che i cittadini eleggevano il capo del governo. Non era vero. Non vorrei che ora inventassimo un semipresidenzialismo di fatto. Con la costituzione non si scherza, altrimenti si logora il sistema democratico».
LA “RIFORMA” D’ALEMA SUL FINANZIAMENTO AI PARTITI
Lo “stop” dell’ex PCI arriva anche sull’acerrimo nemico Silvio Berlusconi: «è un leader di parte. Quando nel 2006 si fece il mio nome, fu proprio lui a dirmi che non poteva votarmi, perché ero un avversario politico. Aveva ragione. Mi pare che, ormai, non ci pensi nemmeno lui». Dal Quirinale alla legge elettorale, sono già fissati i prossimi due “scogli” per il Parlamento (che potrebbero durare mesi): «Adotterei il sistema tedesco: il proporzionale con sbarramento al 5%; la sfiducia costruttiva, che limita l’instabilità che il proporzionale può portare». Ma è sul progetto di riforma istituzionale “tout court” che D’Alema sorprende tanto Cazzullo quanto la stessa politica nostrana: «il finanziamento della politica. Mi rendo conto di dire cose impopolari. Però, utili al Paese. In Germania si finanziano non i partiti, ma le loro fondazioni culturali, dove si forma la futura classe dirigente. Siamo in un dopoguerra; la ricostruzione passa anche attraverso i partiti. Se, invece, si pensa che il rapporto tra cittadini e istituzioni debba essere affidato a singole personalità, allora si abbia il coraggio di andare fino in fondo con il presidenzialismo; con tutti i controlli e i contrappesi necessari».