STOCCARDA – Il clima economico in Germania è migliorato a giugno, con l’indice IFO in rialzo a 88,4 punti rispetto agli 87,5 di maggio. Nel settore manifatturiero, le previsioni sono più ottimistiche, anche se il livello degli ordini rimane insoddisfacente. Il settore dei servizi ha registrato il miglioramento più marcato, trainato soprattutto dai servizi alle imprese. Anche nel commercio si osserva un clima più positivo, soprattutto grazie al commercio all’ingrosso, mentre il commercio al dettaglio ha subito un lieve calo.
Nel settore edile, l’ottimismo è cresciuto ai massimi dal febbraio 2022 e i prezzi degli immobili sono tornati a crescere dopo la flessione registrata nel biennio 2023-2024, dovuta all’impatto sui mutui dell’aumento dei tassi di interesse.
Nel frattempo il Governo federale ha approvato il progetto di bilancio per il 2025 e definito i parametri finanziari per gli anni successivi. Come riportato da “die Zeit”, le spese complessive previste ammontano a 503 miliardi di euro, con un’enfasi particolare sugli investimenti, che viaggiano verso il target previsto di 120 miliardi all’anno. Questo comporterà ulteriori emissioni di debito per un valore di 81,8 miliardi di euro per quest’anno, che saliranno a 89,3 miliardi nel 2026. D’altra parte il debito apparentemente non è più un tabù.
Riferendosi al rapporto debito/Pil del 63%, il ministro delle finanze Lars Klingbeil ha affermato: “Un bilancio in pareggio non rappresenta un valore di per sé se fa marcire i ponti, deteriorare le scuole e trascurare la Bundeswehr”. Con la nuova Legge di bilancio, il Governo invia un chiaro segnale “che il Paese sta cambiando marcia”.
Una parte significativa degli investimenti sarà destinata alle infrastrutture, in particolare alla rete ferroviaria, per la quale sono previsti quasi 22 miliardi di euro solo nel bilancio attuale. Entro il 2029, saranno investiti oltre 100 miliardi di euro nel trasporto ferroviario, con la speranza che le statistiche sulla puntualità tornino ad avvicinarsi agli standard europei. Non possiamo evitare di citare Giulio Andreotti: “Esistono due tipi di pazzi: quelli che credono di essere Napoleone e quelli che sperano di risanare le ferrovie.” Chissà a quale categoria appartiene Klingbeil…
Ferrovie e scherzi a parte, il Governo intende sostenere anche il settore sociale, con fondi destinati all’edilizia abitativa pubblica, all’istruzione digitale e all’assistenza all’infanzia.
Ma il tempo stringe. Mentre infatti il dollaro sprofonda e circolano in rete addirittura voci di default Usa, si conferma il divario tra le economie di Stati Uniti ed Europa, particolarmente evidente ai vertici del mondo imprenditoriale. Come riportato da Handelsblatt, i grandi colossi tecnologici americani – Alphabet, Apple, Microsoft, Nvidia, Meta e Amazon – continuano a crescere a doppia cifra, indipendentemente dalla congiuntura economica, con un aumento complessivo dei profitti di 120 miliardi di euro nel solo ultimo anno. Gli Stati Uniti continuano a guidare l’innovazione globale, spingendo l’acceleratore soprattutto su intelligenza artificiale e cloud computing.
Viceversa, in Europa fra le aziende più redditizie dominano i gruppi legati ai combustibili fossili e materie prime come Shell, Total, Gazprom e Glencore. Inoltre, quattro dei principali gruppi europei per fatturato (Volkswagen, Stellantis, Mercedes e Bmw) basano ancora gran parte dei loro utili sui motori a combustione, tecnologia in declino, con profitti netti in calo del 44% nel 2024. Se quindi per gli Usa i dati sono il nuovo petrolio, per gli europei il nuovo petrolio è sempre il vecchio petrolio. E le aziende che restano avvinghiate ai combustibili fossili rischiano di fossilizzarsi.
Ma guardiamo al futuro: due temi caldi restano AI ed elettrificazione. Come stiamo andando? La Commissione europea intende sostenere con 20 miliardi di euro la creazione di nuove gigafabbriche dedicate all’intelligenza artificiale, per colmare il divario con Stati Uniti e Cina, offrendo finanziamenti fino al 35% per impianti con circa 100.000 chip AI di ultima generazione.
Purtroppo, come riportato da Handelsblatt, un’iniziativa congiunta tra grandi aziende tedesche per costruire un supercentro di calcolo non andrà in porto, per divergenza di vedute su leadership e localizzazione. Restano in pista iniziative separate di almeno tre gruppi: Deutsche Telekom (con T-Systems), Schwarz (tramite Schwarz Digits) e Ionos, che sta formando un proprio consorzio con il sostegno del Bundesland della Baviera. Meglio soli che male accompagnati?
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