BOSS SCARCERATI, DAP NEL CAOS/ Francesco Basentini, responsabile carceri in bilico

- Emanuela Longo

Dap sotto accusa dopo scarcerazione di alcuni boss per emergenza Covid-19: le critiche di Antoci e decreto legge di Bonafede in arrivo entro giovedì. Magistrati antimafia in rivolta

Carcere di San Vittore Carcere di San Vittore a Milano (LaPresse)

La vicenda dei boss scarcerati ha messo fortemente in bilico la posizione di Francesco Basentini, responsabile delle carceri italiane, che pure il ministro Bonafede aveva sempre difeso in questi ultimi tumultuosi giorni. Le scarcerazioni di alcuni boss mafiosi, pur anziani e in cattive condizioni di salute, hanno creato grande sdegno nell’opinione pubblica e di tutto questo potrebbe essere ritenuto responsabile colui che è il capo Dipartimento amministrazione penitenziaria. Basentini rischia di pagare in particolare la circolare con la quale invitava i direttori dei carceri a segnalare i detenuti over 70 al magistrato di sorveglianza, per decidere su un eventuale scarcerazione anche alla luce dei pericoli per l’emergenza covid-19. In particolare il documento non faceva distinzioni tra i detenuti, non considerando anche quelli potenzialmente ancora pericolosi. Nella giornata di martedì si dovrebbe arrivare alla decisione sulla concessione dei domiciliari al boss Raffaele Cutolo: in caso affermativo, Basentini potrebbe rassegnare le dimissioni. (agg. di Fabio Belli)

DOMICILIARI A RAFFAELE CUTOLO: PRONTO DECRETO BONAFEDE

Non si accennano a placare le polemiche in relazione alla scarcerazione di alcuni boss della malavita in piena emergenza Coronavirus col Ministero della Giustizia e i Dap che si “rimbalzano” le responsabilità mentre intanto oggi è attesa la decisione sulla libertà o meno sui domiciliari da concedere a Raffaele Cutolo. I magistrati anti-Mafia sono in rivolta e non solo con quelle che hanno riguardato nomi noti dal momento che ne avrebbero contate una quarantina e prendendo nel mirino soprattutto il Dipartimento delle carceri e il loro direttore, l’ex pm Franco Basentini, ma anche i giudici di sorveglianza col titolare del dicastero, Alfonso Bonafede, che ha deciso di inviare degli ispettori per fare maggiore chiarezza e ha promesso che entro questo giovedì verrà varato un decreto legge ad hoc anche se comunque dopo la suddetta decisione in merito a Cutolo che verrà da Reggio Emilia tra poche ore: il boss è recluso oramai da 40 anni e le sue condizioni di salute non sono ottimali, per cui qualunque decisione verrà presa non mancherà di scatenare delle nuove polemiche, a differenza invece del caso del boss “Nitto” Santapaola, nel cui caso invece la richiesta di scarcerazione era stata negata. (agg. di R. G. Flore)

DOMICILIARI A RAFFAELE CUTOLO: OGGI LA DECISIONE

Non si placano le polemiche sul Dap e sul caso boss scarcerati. Francesco Basentini, capo Dip. Amministrazione Penitenziaria, è stato messo nel mirino da Massimo Giletti nel corso di Non è L’Arena: «Io ricordo che sono magistrati come Maresca che, insieme alle autorità, vanno a prendere i delinquenti: non vorrei che fosse qualcun altro che li lascia uscire per negligenza, incompetenza, incapacità dalle carceri italiane. E se ne deve assumere la responsabilità». «Totò Riina il Dap non lo fece uscire, fece una battaglia», ha ricordato Giletti, che ha poi lanciato una frecciatina: «Domani esce Cutolo, complimenti». E anche la politica si sta muovendo: «Depositati atti di sindacato ispettivo per sapere da Alfonso Bonafede quanti siano i detenuti al 41bis o in alta protezione gia’ scarcerati e quante ulteriori domande siano pendenti. Lo abbiamo appreso grazie a Massimo Giletti. Il Ministro si vergogni!», l’annuncio della forzista Giusi Bartolozzi. (Aggiornamento di MB)

DAP NELLA BUFERA: “CHIARISCA TRA BOSS E DETENUTI COMUNI”

Dap sotto accusa da parte dei magistrati antimafia, in rivolta contro le scarcerazioni dei boss. Le maggiori critiche hanno investito proprio il Dipartimento delle carceri – il Dap guidato dall’ex pm di Potenza Francesco Basentini. Intanto, come riferisce Repubblica, il Guardasigilli Alfonso Bonafede garantisce un decreto legge già per la giornata di giovedì ma oggi potrebbe arrivare la decisione sulla scarcerazione di Cutolo che in caso affermativo rischierebbe di aprire una nuova e durissima querelle contro il governo. Dopo le rivolte nelle carceri scoppiate lo scorso febbraio e che hanno portato a danni per milioni di euro oltre a 13 morti, il Dap è nel fuoco delle polemiche dopo la circolare inviata il 21 aprile ai direttori degli istituti in cui si raccomandava di segnalare all’autorità giudiziaria, per via dell’emergenza Covid, i detenuti con patologie, ma anche quelli ultra settantenni. Non si trattava di un ordine di scarcerazione eppure dopo quella circolare sono aumentate le richieste di messa ai domiciliari da parte di detenuti over 70 e a maggior ragione se affetti da patologie, proprio come Cutolo. Adesso l’ultima parola spetterà a Bonafede che si farà sentire con un decreto legge che dovrebbe essere approvato in questi giorni.

DAP SOTTO ACCUSA: LE CRITICHE DI ANTOCI

Ad esprimersi sull’argomento è stato anche Giuseppe Antoci che ha chiesto al Dap massima chiarezza. “Il Dap, nelle sue circolari, ha l’obbligo di distinguere tra capi mafia e detenuti comuni”. Continua Antoci, asserendo come nel Codice Penitenziario “vige infatti il 4 bis che esclude l’automatismo a favore dei detenuti che si sono macchiati di reati gravissimi come quelli legati al 416 bis o detenuti nel regime severo del 41 bis”. In merito all’annunciato decreto legge, ha aggiunto, “è opportuno che il Governo e il Parlamento chiariscano che per prevenire il Coronavirus nelle carceri i boss mafiosi non possono però scontare la pena nelle loro case”. A suo dire, i mafiosi andrebbero mantenuti e curati dentro i circuiti penitenziari e “qualsiasi decisione non può prescindere dai pareri sia della Direzione Nazionale Antimafia sia delle Procure Distrettuali competenti per territorio”. In merito al rischio contagio Coronavirus, Antoci sembra dare maggiore interesse al rischio “che stanno correndo tanti uomini e donne nelle Forze dell’Ordine, nell’Esercito e nella Polizia Penitenziaria o ai tanti che sono in prima linea nei settori necessari al Paese”





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