Dario Salvatori, ospite oggi di Domenica In per lo spazio dedicato al Festival di Sanremo 2020 ha colto subito l’occasione per presentare il suo nuovo volume, “Il Salvatori 2020”, definendolo una raccolta di “20mila schede di canzoni dall’inizio del 900 ad oggi, ci ho messo tanto”, ha detto. Il talk sulla settantesima edizione della kermesse musicale italiana in partenza a febbraio vedrà sul palco, a distanza di 48 anni, anche Rita Pavone, sulla quale si sono abbattute le maggiori critiche in questi ultimi giorni. Salvatori ha commentato: “Rita Pavone ha consegnato alle Teche Rai programmi storici, meglio lei che quattro rapper stonati, complessivi, complicati nel privato, ce ne sono di meno dello scorso anno ma ci sono!”. Salvatori ha anche difeso Ultimo, giovane 22enne che è riuscito ad imporsi su un palco così importante ed ha criticato gli artisti rapper di oggi: “il rap esiste da 45 anni, tra questi che abbiamo non ce n’è uno in grado di mettere un passo in croce”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
A DOMENICA IN PER COMMENTARE IL FESTIVAL
Il critico musicale Dario Salvatori ci svelerà presto la sua opinione sugli artisti in gara a Sanremo 2020. L’occasione giusta gli verrà data da Domenica In nella puntata di oggi, 11 gennaio 2020, grazie a uno spazio dedicato alla kermesse della musica e che vedrà al centro anche le previsioni del noto giornalista. In prossimità delle nuove edizioni, Salvatori ci regala sempre le sue perle e il merito è da ricercare nella sua profonda conoscenza del mondo della musica, sia dal punto di vista storico, sia per quanto riguarda le evoluzioni dei generi. “Sono sempre stato un appassionato fin da bambino, poi ho avuto la possibilità di conoscere i miei due grandi amici [Gianni Boncompagni e Renzo Arbore, ndr] e loro facevano un mestiere a cui ambivo. Ho provato a diventare loro amico e ci sono riuscito, dopo ho avuto modo di fare qualcosa e il mio sogno è diventato realtà”, ha dichiarato a Voci.
DARIO SALVATORI, IL LAVORO IN RAI
Il suo primo contratto radiofonico risale infatti al ’70, quando si ritrova negli studi Rai con i rivoluzionari Arbore e Boncompagni, impegnati a far ascoltare dischi che non fossero di proprietà della Rai, “ma d’importazione e altre cose, cogliendo il favore degli appassionati che non avevano tutto questo. Era un momento di grande evoluzione non solo della radio, ma dell’ambiente musicale che diventava ricco, al contrario di quello che è oggi”. Ai due volti storici della tv e della musica anche il merito di aver sdoganato l’improvvisazione radiofonica, un modello che Salvatori ha fatto presto suo, andando contro il volere dell’emittente pubblica di bandire le imperfezioni, l’ironia e ovviamente anche i dialetti. Impossibile immaginare la collezione di 45 giri che anima la casa di Dario Salvatori, anche se il giornalista ha aperto di recente le porte di casa sua al pubblico italiano.
IL DISCO PIÙ RARO DI DARIO SALVATORI
Nella puntata di due giorni fa de La Vita in Diretta, il critico musicale ha avuto infatti la possibilità di parlare della storia del disco in Italia, ma anche alcuni ricordi di artisti come Romina Power con il suo Armonia o Tony Renis con la sua rivoluzionaria Quando quando quando degli anni Sessanta. “Domenico Modugno venne scartato al Festival di Sanremo perché parlava di suicidio. […] Ho forse il disco più raro e più costoso, un Gianni Boncompagni che in Svezia cantava le canzoni italiane”, dice mostrando le sue perle musicali. Immancabile anche il mangiadischi, “ha trascorso la lunga estate degli anni Sessanta sulla spiaggia. C’è più sabbia qui che a Riccione”, aggiunge parlando del suo prezioso dispositivo. “Sei un po’ maliziosa, perché ti portavi il giradischi in macchina?”, chiede poi a Rita Dalla Chiesa, che rievoca le sue estati ad ascoltare musica in auto, ricordando i momenti in cui la puntina saltava sempre, ad ogni dosso.