La riforma del Csm per ridare credibilità alla magistratura, questo l’auspicio di David Ermini. Intervenuto ai microfoni de Il Dubbio, il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura ha esordito commentando le parole del presidente Sergio Mattarella: «Le parole del Presidente della Repubblica sono importanti e come sempre puntuali. La riforma del Csm fa parte del pacchetto delle riforme della giustizia che servono per il Pnrr, ma ha anche una valenza per segnare una cesura tra un passato che non può essere dimenticato e un futuro di credibilità e autorevolezza della magistratura. La riforma del Csm è il segnale di cambiamento che i cittadini si aspettano».
David Ermini ha poi tenuto a precisare che Anm e Csm sono due piani completamente diversi, ribadendo che i magistrati hanno oggi l’opportunità di risintonizzarsi con la collettività, considerando le riforme della giustizia civile e penale che andranno a ridurre i tempi dei processi: «Penso che l’unica trincea che vada difesa sia il principio dell’indipendenza e autonomia della magistratura quale condizione essenziale e irrinunciabile per un ordinamento autenticamente democratico».
DAVID ERMINI: “RIFORMA CSM SEGNALE DI CAMBIAMENTO”
Nel corso della lunga intervista a Il Dubbio, David Ermini ha preferito non commentare il silenzio della politica nei confronti del discorso di Mattarella, auspicando solo che la riforma venga approvata in tempo utile per il rinnovo del Consiglio. «Ormai stiamo entrando in zona Cesarini», ha ammonito l’ex parlamentare del Partito Democratico: «Le parole del Capo dello Stato sono inequivocabili: il rischio che il prossimo Consiglio sia eletto con le attuali regole è semplicemente inaccettabile». David Ermini ha poi rivelato il giudizio della magistratura sui ritardi nelle proposte di riforma concrete su Csm e ordinamento giudiziario: «In realtà il Consiglio superiore ha già dato il proprio parere sulla proposta di riforma dell’ordinamento giudiziario all’esame della Camera, non appena saranno presentati i nuovi emendamenti provvederemo a dare il nostro contributo tecnico anche su questi. Io penso che ci sia stato sufficiente tempo per elaborare soluzioni proficue e condivise. E tuttavia, mai dimenticarlo, la riforma è essenziale e indispensabile, ma nessuna riforma può avere successo senza un profondo rinnovamento culturale e morale a cui sono chiamati tutti i magistrati».