Davide Mazzanti dopo la delusione olimpica ha portato l’Italia del volley femminile alla vittoria agli Europei di pallavolo, battendo in finale la Serbia padrona di casa e nostra bestia nera, che ci aveva battuti a Tokyo nei quarti di finale e anche nella finale dei Mondiali 2018, chiusi dunque dall’Italia al secondo posto. Un successo di carattere delle ragazze del volley, che hanno confermato di essere delle vere campionesse in questo grande anno del volley italiano, con la prima doppietta d’oro donne-uomini. Abbiamo rievocato questa avventura proprio con il c.t. Davide Mazzanti, che si è raccontato in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Cosa non ha funzionato a Tokyo dopo un inizio eccellente? Penso che la cosa più difficile dopo l’Olimpiade sia stato sopportare la delusione. L’Olimpiade è andata così. E’ una di quelle cose che ho pensato. Ci siamo immaginati l’Olimpiade in un modo e quando poi di colpo ce la siamo ritrovata diversa in un attimo non abbiamo avuto la forza e la rapidità per adattarci alle difficoltà e ci siamo trovati fuori. Quello ci ha giocato un brutto scherzo.
Su cosa ha puntato principalmente per recuperare le ragazze dopo la delusione di Tokyo? Credo che abbiamo puntualizzato alcuni aspetti. La cosa più importante è stata resistere alla delusione dell’Olimpiade e buttarci sull’Europeo.
Qual è stata la ricetta per battere la Serbia, che è stata sempre la nostra bestia nera in questi anni, tanto più a casa sua, con quell’atmosfera particolare, in quell’impianto strapieno? In finale ho semplificato la tattica per dare più spazio a come dovevamo fare le cose. Credo che le ragazze, una volta trovata la misura di quello che dovevano fare, si siano espresse come sapevano.
Che sensazione le ha dato battere la Serbia in casa? Riuscire a batterla a Belgrado è stata una sensazione particolare perché è stato un ambiente che a poco a poco si è spento una volta che ci siamo accesi durante la partita. Vittoria molto importante perché sia nelle partite ufficiali sia in amichevole non avevamo mai battuto la Serbia. Quindi mentalmente è una cosa che fa bene, come per l’Olanda che all’inizio di questo ciclo sembrava una squadra con cui eravamo sempre destinati a soffrire. Invece abbiamo cominciato a vincere e abbiamo cambiato il nostro corso.
Egonu migliore giocatrice, come si potrebbe definire questa campionessa? Paola è stata eletta Mvp del torneo e si è confermata come una delle migliori giocatrici del mondo. Una conferma di cui aveva bisogno solo l’ambiente esterno. Del resto se una campionessa è in difficoltà in una manifestazione non si può pensare che il suo valore sia scomparso e Paola ha dimostrato ancora una volta quanto è grande il suo valore…
Quali sono i punti di forza della squadra e credete che possano esserci ancora margini di miglioramento? La cosa che noi abbiamo fatto meglio è stato il cambio palla che ci ha garantito sempre un alto livello di gioco. Dove possiamo migliorare è la fase break, qui noi abbiamo tanto talento.
Oltre al collettivo che è stato fondamentale per l’Europeo si sente di dare qualche nota di merito per qualche azzurra in particolare? La squadra ha fatto un lavoro anche grandissimo. Mi è piaciuto tantissimo l’atteggiamento delle riserve, di chi sapeva che partiva indietro nelle gerarchie e ha mantenuto sempre l’entusiasmo e la capacità di entrare e di fare la differenza quando è stato chiamato in causa. Come Gennari e Parrocchiale che, dopo aver fatto parte del gruppo preolimpico, si sono fatte trovate pronte dopo le Olimpiadi.
Per il futuro, come vede il settore giovanile? Il settore giovanile sta ottenendo dei risultati ma soprattutto sta formando giocatrici di livello. Questo dovrà essere poi mantenuto quando si arriverà ai seniores. Ragazze di ottimo valore a cui sicuramente attingeremo.
Ci può raccontare il suo viaggio agli Europei? Che avventura è stata, cosa ha lasciato a Davide Mazzanti? Mi ha lasciato l’idea che camminiamo su un filo ed è veramente difficile mantenersi su quel filo. Non essere caduti da quel filo ha dato una gioia particolare. Perché poi, al di là di come sali sul filo, conta come ci stai e come vivi quel momento. La cosa che mi è piaciuta di più tornando in Italia è stato vedere quanto la gente si sia identificata in quello che avevamo fatto, questo al di là della medaglia d’oro gratifica tutto.
Anche se manca parecchio si può già sognare in vista delle prossime Olimpiadi o è meglio non pensarci? La cosa che mi fa pensare è che per camminare su quel filo bisogna fare piccoli passi, un passo alla volta e il prossimo passo è il Mondiale. Quindi guarderemo al Mondiale…
Davide Mazzanti come giudica il momento del volley azzurro, anche in rapporto alle difficoltà legate al Covid? Non è stato facile, spero però che sia l’anno del ritorno alla normalità, anche per le giovanili. Credo che quello che hanno fatto le Nazionali sia una spinta perché i giovani hanno bisogno di tornare in palestra. (Franco Vittadini–Mauro Mantegazza)