L'America di Trump tratterà sui dazi con la UE come fosse un unico blocco: il ruolo dell'Italia, le aperture a Bruxelles e alla Cina. Cosa succede ora
LA NUOVA “SVOLTA” DI TRUMP SUI DAZI CON L’UE CHE AIUTA ANCHE L’ITALIA
Così come era stata considerata un blocco unico nell’ormai celebre tabella dei dazi mostrata alla Casa BIanca, così ora Donald Trump considera la UE come un’unica entità anche per negoziare la sospensione dei contro-dazi e sopratutto il futuro dei rapporti commerciali: lo ha detto chiaro e tondo il Presidente degli Stati Uniti al termine della riunione di gabinetto ieri sera.
Sul finire di un’altra giornata campale dal punto di vista finanziario (con le Borse schizzate in su in Europa e nuovamente in perdita negli USA) e geopolitico, la nuova mossa del Presidente Trump in realtà arriva ad aiutare indirettamente l’Italia che veniva tacciata di volersi muovere in solitaria nei negoziati sui dazi. Il prossimo 17 aprile 2025 infatti la missione della Premier Giorgia Meloni è la prima di una leader europea dopo il caos sulle tariffe e se per alcuni – vedasi Germania – è da considerarsi positivo il colloquio italiano alla Casa Bianca come forza diplomatica anche per la UE, per altri – leggasi Francia – la mission della Presidente del Consiglio è tutt’altro che un buon segnale.
Resta il fatto che da Bruxelles i rapporti storici con Donald Trump sono tutt’altro che idilliaci e ancora oggi, due giorni dopo la volontà espressa dalla Unione Europea di negoziare un mercato di libero scambio con dazi tendenti allo zero con l’America, non vi è nessuna visita o colloquio fissato negli States da uno dei rappresentanti della Commissione Europea. Dopo la sospensione dei dazi operata a livello globale dallo stesso Trump, e dopo la pronta risposta di Von der Leyen nel congelare i contro-dazi al 25% in risposta alle tariffe americane, l’intento del tycoon è quello di considerare l’Europa «come un unico blocco».
“CI HA TRUFFATO PER TEMPO MA ORA RAGGIUNGEREMO UN ACCORDO”
Non si tratterà coi singoli Stati, sarà invece un blocco unitario quello che imposterà i colloqui USA-UE anche se al momento non è dato sapere chi sarà a guidare tale trattativa: la missione di Giorgia Meloni la prossima settimana potrebbe a questo punto iniziare a far scoprire le carte sulle intenzioni americane e sulle possibilità che anche l’Italia possa giocare un ruolo di primo piano in questi negoziati.
Tanto l’UE quanto la Cina, ha poi proseguito ieri sera nella conferenza stampa fuori dallo Studio Ovale, non vengono criticate da Trump in quanto tale, semmai «critico i presidenti che hanno consentito» lo sfruttamento commerciale negli anni «contro l’America». Felice del fatto che tutti i Paesi si stiano muovendo per cercare un accordo con gli Stati Uniti dopo la minaccia dei dazi, in merito ancora alle scelte europee secondo il Presidente USA occorre ricordare come negli anni i vari leader di Bruxelles abbiano contribuito a sfruttare le bilance commerciali a favore della UE e «contro di noi».
Ora però la scelta di negoziare e sospendere subito i contro-dazi resta una mossa «molto intelligente», secondo Trump, che elogia la furba saggezza europea nel fermarsi prima di scatenare una guerra reciproca commerciale: «Erano pronti ad annunciare ritorsioni e poi hanno saputo quello che abbiamo fatto nei confronti della Cina, sono stati molto intelligenti a fermarsi».
L’APERTURA ANCHE ALLA CINA: L’INGANNO E L’ACCORDO
In ultima analisi è lo stesso leader repubblicano a lanciare una nuova sorta di apertura sulla Cina, al momento unico vero bersaglio effettivo di tutto questo immenso caos sui dazi: dopo aver alzato ulteriormente ieri le tariffe sui prodotti cinesi al 145%, stamane Pechino ha risposto alzando i contro-dazi sui prodotti americani al 125% (erano all’84% fino a ieri, ndr). Ebbene, da entrambe le parti – al netto delle mosse da “braccio di ferro” mostrate in queste ore, vi è una volontà di negoziare per ridurre il peso dei “muri commerciali”.
Ieri ha parlato il Ministero degli Esteri cinese dicendosi aperto ad ogni trattativa, confermato poi da Trump che ha sottolineato «ci piacerebbe molto raggiungere un accordo», sebbene abbia aggiunto che davanti all’ottenere qualcosa di vantaggioso per entrambe le parti, non bisogna dimenticarsi «dell’inganno per decenni che hanno fatto, si sono approfittati degli USA truffandoci più di ogni altro».