NEL CDM DEL 4 APRILE 2025 (FORSE) UN NUOVO TESTO DEL DDL SICUREZZA: COME SI È ARRIVATI FIN QUI
Il lungo capitolo di rapporti cordiali ma non sempre idilliaci tra Centrodestra e Presidente della Repubblica Mattarella si aggiorna con un altro episodio che potrebbe comportare un piccolo “incidente” diplomatico sull’asse Palazzo Chigi-Quirinale. Con gran parte del Governo Meloni impegnato nella fase emergenziale per le risposte sul dossier dei dazi internazionali, la giornata di domani 4 aprile 2025 è contrassegnata dal Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi (ancora non calendarizzata la convocazione, ndr) per la presentazione del DEF e, forse, per l’approdo di un nuovo testo sul Ddl Sicurezza che andrebbe a “svuotare” quanto in discussione oggi in calendario al Senato.
La notizia è stata data dalle fonti governative presso “Repubblica” e ANSA e si attende l’ordine del giorno del CdM di venerdì per confermare o smentire tale assunto: intanto però la ricostruzione prevede che la maggioranza di Governo presenti un nuovo decreto legge che possa assorbire la gran parte di norme contenute nel Ddl Sicurezza presentato in precedenza dal Ministro Nordio e che sarebbe stato votato entro il prossimo fine aprile a Palazzo Madama.
Con questo nuovo intervento però occorrerebbe ovviamente ritornare poi alla Camera per una terza lettura: ufficialmente il decreto del Governo interviene sui problemi di copertura del precedente testo, ma l’ANSA evidenzia un altro retroscena ben più “pepato” politicamente e che vede nel Quirinale un protagonista inatteso.
Dopo i rilievi fatti pervenire nelle scorse settimane su alcuni passaggi del Ddl Sicurezza – a seguito di numerosi appelli del mondo di sinistra, sia politica che sociale – il Presidente Mattarella avrebbe indicato alcuni correttivi da apportare al testo: il nuovo decreto in arrivo al prossimo CdM potrebbe a questo punto “edulcorare” il pacchetto di norme presenti nel ddl Nordio precedente. In particolare, si legge ancora dalle fonti di Governo presentate dall’Agenzia ANSA, il correttivo sarebbe sulle detenute madri, che le norme presentate dalla Lega intendeva rendere “arrestabili” sotto giudizio del magistrato e non in automatico liberate per il semplice fatto di essere incinte.
LA LEGA CRITICA I RILIEVI DEL QUIRINALE E MANDA UN SEGNALE AL GOVERNO
Così come il divieto di sim per i migranti potrebbe essere eliminato in questo nuovo decreto potenzialmente in arrivo nelle prossime ore; in positivo invece, il nuovo provvedimento potrebbe aggiungere uno scudo penale speciale – con sostegno sostanzialmente economico – per le spese legali delle forze dell’ordine coinvolte in indagini d’ufficio che spesso mandano in grande difficoltà le famiglie degli agenti.
In un periodo piuttosto complesso sul fronte giustizia con il Governo Meloni impegnato a mediare tra le proteste dell’ANM, le istanze di tutte le anime del Centrodestra, e con il dossier sui dazi che impegna ora la gran parte delle attenzioni di Palazzo Chigi, il “nuovo” Ddl Sicurezza rischia di diventare un piccolo caso politico per la reazione non entusiasta della Lega di Salvini, che contesta l’intervento “ufficioso” del Quirinale in alcuni contenuti del provvedimento.
Come ha spiegato in una nota il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa, alla vigilia del Congresso della Lega che si apre il 5 aprile 2025 a Firenze, il tema centrale resta il dato che le leggi le deve fare la politica, «poi se dal Colle più alto ci rimandano indietro i testi ne prendiamo atto». Secondo il n.2 leghista, il partito era d’accordo maggiormente col testo originale, «non con quello edulcorato da Mattarella».
Nel frattempo proseguono le proteste generali contro il Ddl Sicurezza, sia sul fronte migranti che per le norme generali su trattamenti penitenziari e il divieto di manifestare contro grandi opere e infrastrutture considerate strategiche. Si arriverà come sempre ad una sintesi con l’accordo in CdM tra Lega, FdI e FI, ma il segnale mandato dal Carroccio è di un metodo politico e parlamentare che prediliga l’aspetto legislativo e non una “mediazione” a distanza tra Governo e Quirinale.