Il decreto infrastrutture del 2025 è stato finalmente approvato dal Consiglio dei Ministri, decretando in che modo rendere più efficiente il sistema dei trasporti e soprattutto attuando un iter importante per la costruzione dei complessi ritenuti “essenziali”.
L’idea è quella di semplificare alcune procedure che causerebbero disagio, ad esempio sbloccando i lavori in corso in quei cantieri anche presi in subappalto o tramite un contratto di appalto. In caso di ritardi, sarà applicata una sanzione contrattuale – in misura massima del 10% – sull’importo complessivo dell’attività.
Le novità del decreto infrastrutture 2025 approvato
L’approvazione del Decreto per le infrastrutture nel 2025 contiene diverse novità. La prima prevede l’introduzione di un indice denominato “di affollamento“, con la finalità di individuare eventuali criticità riguardo ai pericoli sismici.
Segue poi un cronoprogramma specifico per portare a termine i lavori dello Stretto di Messina, la cui società non sarebbe stata convertita in stazione appaltante come invece si pensava antecedentemente.
Si è discusso anche dei prezzi dei voli per determinate mete, specialmente per Sardegna e Sicilia il cui costo in alcuni periodi dell’anno è sbalorditivo, come gli aumenti tariffari per la scorsa Pasqua o l’aumento durante l’estate o le feste di Natale.
Regole per lidi e trasporti
Sono stati concordati anche i termini per i lidi balneari, definendo la durata e stabilendo il periodo di cui poter tener conto. Nello specifico la stagione inizia dalla 3° settimana di maggio e terminerà la 3° di settembre.
Sia gli enti del territorio che le Regioni potranno secondo una loro facoltà, prolungare o anticipare l’inizio della stagione fino ad un massimo di una settimana, senza però influenzare in alcun modo la durata complessiva.
Novità anche nel settore per gli autotrasporti, dove si attuano dei cambiamenti sulla circolazione dei mezzi e riguardo alla motorizzazione civile, i cui tempi per scaricare e caricare la merce prevedono delle differenze: 100€ per ogni ora in ritardo e 90” per ciascuna operazione.
Nel caso le infrazioni venissero ripetute, il Decreto infrastrutture del 2025 dà piena libertà all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) di poter decidere in che modo intervenire.