60 impronte mai analizzate nella villetta di via Pascoli che fu teatro del delitto di Garlasco. La nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, che vede Andrea Sempio indagato per concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi (condannato in via definitiva e prossimo al fine pena), riparte da qui con una serie di accertamenti tecnici irripetibili che potrebbero restituire agli inquirenti la firma del killer.
Si tratta di tracce mai comparate all’epoca dei fatti e che ora potrebbero rivelarsi decisive insieme all’esame sul Dna repertato sul corpo della 26enne e sulla scena del crimine. Approfondimenti che saranno condotti con la formula dell’incidente probatorio nei prossimi mesi e per i quali la Procura di Pavia, titolare dell’attuale indagine, ha disposto il prelievo del profilo genetico e delle impronte digitali di Sempio.
Delitto di Garlasco: caccia alla firma dell’assassino tra le decine di tracce mai analizzate
Tra le decine di tracce mai analizzate nel 2007, secondo chi indaga oggi sul delitto di Garlasco, potrebbe nascondersi l’identità dell’assassino di Chiara Poggi. All’epoca, le 60 impronte di cui si torna a parlare con prepotenza non sarebbero state sottoposte a comparazione perché ritenute “inutilizzabili”, ma le nuove tecniche a disposizione degli investigatori consentono adesso di procedere con un buon margine di fiducia in una risposta concreta della scienza.
L’attività dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano si sta concentrando quindi anche su tutto ciò che riguarda la parte dattiloscopica, in accoglimento delle istanze della difesa di Alberto Stasi, con l’esame di ogni impronta rinvenuta a casa Poggi durante i rilievi.