Delitto di Garlasco: ore roventi sul fronte dell'indagine a carico di Andrea Sempio, che rompe il silenzio dopo la perquisizione domiciliare
Sono ore roventi sul fronte investigativo nel caso del delitto di Garlasco, con la nuova inchiesta a carico di Andrea Sempio – indagato ancora una volta per l’omicidio di Chiara Poggi – che registra diversi colpi di scena potenzialmente capaci di imprimere una svolta clamorosa a una vicenda finora costellata di interrogativi e ombre nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi.
Ieri, 14 maggio, i Carabinieri hanno condotto perquisizioni a tappeto tra l’abitazione del 37enne, a Voghera, e quella dei genitori, a Garlasco, ma non solo. Sotto la lente anche le pertinenze di due amici del giovane e di Marco Poggi, fratello della vittima, mai indagati ma ritenuti di interesse nell’alveo degli accertamenti in corso.
Ed è di pochissime ore fa la notizia del ritrovamento di un martello all’esito delle ricerche dell’arma del delitto lungo un canale che attraversa il centro di Tromello, a circa 5 chilometri dalla città in cui si consumò l’omicidio di Chiara Poggi. Un oggetto che potrebbe essere proprio quello mancante da casa Poggi e che ora sarà analizzato per chiarire l’eventuale compatibilità con la ricostruzione dei fatti. A margine del blitz dei militari a casa sua, Andrea Sempio ha rotto il silenzio e ha affidato a Chi l’ha visto? le sue dichiarazioni.
Delitto di Garlasco, le parole di Andrea Sempio dopo la perquisizione
Accompagnato da uno dei suoi legali, l’avvocato Angela Taccia, Andrea Sempio si è recato da Voghera a Garlasco per sincerarsi delle condizioni di salute della madre, Daniela Ferrari, a margine delle perquisizioni di ieri. La donna sarebbe stata piuttosto provata e per questo il figlio avrebbe deciso di verificare come stesse dopo il blitz dei carabinieri avvenuto all’alba.
“Questa perquisizione non cambia nulla – ha dichiarato Andrea Sempio a Chi l’ha visto? –, ovviamente siamo un po’ sballottati perché comunque c’è voluto un po’ di tempo, siamo in ballo dalle 6:30 di mattina. L’unica cosa che ci tengo a dire, perché l’ho già sentita questa notizia e non è vera, è che non sono stato portato in nessuna caserma, non sono stato portato via coi carabinieri. Siamo usciti di casa, è vero, allo stesso momento, con due macchine diverse“. Bocche cucite sul sequestro dei dispositivi dell’indagato tra cui computer e telefoni, così come sui diari rinvenuti dagli investigatori a casa dei genitori.