Storie Italiane ha intervistato stamane gli avvocati di Andrea Sempio, Lovati e Taccia, nell’ambito della riapertura dell’indagine sul delitto di Garlasco. “Siamo al tribunale di Pavia – dice Lovati – dobbiamo vedere gli allegati di questa richiesta di incidente probatorio che ci hanno notificato ieri i pm. Serve per cristallizzare la prova prima del dibattimento, quindi la prova potrà essere utilizzata se ci sarà l’incidente probatorio nel dibattimento. Si parla di analisi di reperti nuovi, pare di sì ma c’è una grande confusione e siamo qui a posta per cercare di capire”.
L’avvocato Taccia aggiunge: “Dal punto di vista delle indagini è abbastanza sereno perchè lui non c’entra nulla, non ha niente da nascondere e già ai tempi era stata dimostrata l’estraneità alla vicenda, dal punto di vista umano è ovviamente provato. Perché è stato di nuovo tirato dentro? Cercheremo di capirlo”.
Lovati, avvocato di Andrea Sempio, ha ripreso la parola dicendo: “Una macchinazione del 2017? Lo penso ancora, quello di oggi spero di no, spero non ci sia questa confusione, almeno nell’indagine di oggi sembra che si giochi a carte scoperte invece nel 2017 non si è giocato a carte scoperte perché c’è stato un rapporto investigativo di cui non eravamo a conoscenza che ha portato davanti ai giudici determinate faccende che sono state sviscerate e poi archiviate. Accanimento verso Andrea Sempio? Dal 2017 in avanti”.
DELITTO DI GARLASCO, GLI AVVOCATI: “TANTI FREQUENTAVANO LA CASA DI CHIARA POGGI”
Taccia ha poi sottolineato un aspetto importante: “Tanti frequentavano la casa di Chiara Poggi, anche altri amici, come hanno già dichiarato gli stessi amici ai carabinieri. Il dna è compatibile? Lo dovremo chiedere ai genetisti. Ad oggi no ma se ci sono elementi nuovi lo capiremo a breve”.
Andrea Sempio è tornato al lavoro ed è sereno, ha spiegato ancora l’avvocato Lovati “Non ha nulla da nascondere, è la serenità dell’innocenza la chiamerei”. Come spiegato già dall’avvocato di Andrea Sempio, l’obiettivo dell’incidente probatorio è quindi quello di cristallizzare le prove, in questo caso il dna dell’amico di Marco Poggi, in vista di un eventuale nuovo processo. La sensazione, sempre più diffusa (come spiegato anche dall’avvocato Lovati), è che la procura abbia davvero dei nuovi elementi in mano essendo arrivata ad una cristallizzazione delle prove.