Delitto di Garlasco, la difesa di Andrea Sempio insiste su "macchinazioni e bufale" anche in merito all'impronta trovata accanto al cadavere di Chiara Poggi
“Per me l’ennesima bufala“. È il commento, lapidario, dell’avvocato Massimo Lovati – che insieme alla collega Angela Taccia assiste Andrea Sempio nell’attuale inchiesta sul delitto di Garlasco – relativamente alla notizia della perfetta corrispondenza che la Procura di Pavia avrebbe riscontrato tra una impronta sulla scena del crimine, accanto al cadavere di Chiara Poggi lungo le scale, e la mano del suo assistito oggi nuovamente indagato per l’omicidio.
Secondo Lovati, si tratterebbe invece di mere suggestioni e non di elementi probanti un coinvolgimento del 37enne nella brutale fine della giovane assassinata il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia in via Pascoli. Gli inquirenti, però, avrebbero come asso nella manica proprio questa traccia – denominata “33” in sede di rilievi dell’epoca e fino a pochi mesi fa mai attribuita – oltre al Dna isolato sulle unghie della vittima, a diverse incongruenze nella versione di Sempio e alla geolocalizzazione che, quella mattina di 18 anni fa, lo collocherebbe sul posto.
Oggi Chi l’ha visto? torna sul caso Poggi alla luce dei recenti colpi di scena, mentre si dibatte del “forfait” di Andrea Sempio all’interrogatorio a cui era atteso il 20 maggio in contemporanea, ma in separata sede, con il già condannato Alberto Stasi e Marco Poggi, suo amico di lunga data e fratello della 26enne.
Delitto di Garlasco, un’impronta insanguinata collocherebbe Andrea Sempio sulla scena del crimine
La notizia dell’impronta, oggi attribuita ad Andrea Sempio da una consulenza disposta dalla Procura di Pavia che ha riaperto il caso del delitto di Garlasco, è stata lanciata in esclusiva dal Tg1 proprio a margine degli interrogatori del 20 maggio.
Si tratta di una traccia dattiloscopica individuata dal Ris di Parma all’epoca dei fatti sulla parete destra della scala che porta alla taverna di casa Poggi su cui, il 13 agosto 2007, fu ritrovato il corpo senza vita della giovane. La posizione e il presunto “match” scoperto dai consulenti incaricati dai pm nell’ambito della nuova inchiesta oggi incorso avrebbero dato un responso clamoroso: Andrea Sempio, secondo gli inquirenti, sarebbe stato sulla scena del crimine quando Chiara Poggi fu uccisa.
Stando a quanto si apprende, Alberto Stasi avrebbe appreso di questa novità proprio durante l’esame a cui è stato sottoposto il 20 maggio (contrariamente ad Andrea Sempio, che avrebbe disertato l’interrogatorio per un presunto difetto di notifica nella convocazione in Procura) e, con buona probabilità, la contestazione di quell’impronta sarebbe stata oggetto di una parentesi importante del suo faccia a faccia con chi oggi indaga nuovamente la sua posizione (fu archiviato già nel 2017 e 2020). “Non abbiamo paura di niente – è la replica dell’avvocato Lovati a chi insinua che Sempio stia temendo e per questo sfugga chirurgicamente ad ogni resa dei conti con gli inquirenti –. Non capisco come mai escano queste notizie da un segreto istruttorio“.