Chiara Poggi è stata uccisa da due persone e torturata: è questa la conclusione a cui è arrivata Luisa Regimenti, professoressa di Medicina legale all’Università di Tor Vergata. Ne parla in un’intervista a Gente, dopo aver dedicato le ultime settimane all’analisi dell’autopsia effettuata sulla vittima del delitto di Garlasco.
Per l’esperta “ci sono buone possibilità” che ci sia più di un assassino. Secondo Regimenti, sono state utilizzate almeno due armi: una potrebbe essere simile a un’ascia, l’altra a un martello. Sul corpo sono state applicate forze e armi diverse, ma ha riscontrato anche “segni molto particolari“, per i quali ipotizza che Chiara, nella prima fase dell’omicidio, sia stata bloccata e torturata.
“Probabilmente c’era chi la teneva ferma e chi infieriva“. Regimenti lo ha dedotto dalla presenza di due ferite da taglio uguali sulle palpebre, non compatibili con pugni sul viso, che comunque ha ricevuto, ma senza danneggiare gli occhi. Quei due tagli, dunque, per Regimenti, sono “segni di tortura” inferti “appositamente” in maniera quasi chirurgica con un coltello.

Ma non è l’unica ferita da tortura ravvisata dall’esperta, che indica infatti un foro sulla tempia, “compatibile con un punteruolo o un cavatappi“. Con queste ferite sarebbe cominciata la fine di Chiara Poggi, aggredita da “qualcuno che provava piacere” nel farla soffrire.
DELITTO DI GARLASCO IN TRE FASI: LA RICOSTRUZIONE DI REGIMENTI
Per Regimenti il delitto di Garlasco si è consumato tra le 9:30 e le 10, in tre fasi: dai segni di tortura ai colpi in testa e sullo zigomo con un’arma simile a un’ascia, fino al colpo letale con qualcosa di simile a un martello o a un oggetto contundente. Per la professoressa ci fu un “impeto” nel cercare di uccidere Chiara Poggi da parte di uno dei due assassini, ma solo la forza dell’altro fu decisiva.
Notevole la forza del colpo sul cranio, mentre le altre ferite non erano mortali. Dunque, “c’è una discrepanza di forza nei colpi” e “segni di contenimento” che giustificherebbero il coinvolgimento di due persone nel delitto di Garlasco. A tal riguardo, nell’intervista al settimanale cita una lesione sul braccio destro che farebbe ipotizzare che vi sia stata una colluttazione.
Nella ricostruzione dell’omicidio effettuata tramite l’analisi dell’autopsia, Regimenti spiega che le torture sarebbero state inflitte mentre Chiara Poggi si trovava sul divano, dove sono state riscontrate poche gocce di sangue, perché quelle ferite non causano un sanguinamento eccessivo. Inoltre, ipotizza che sia stata tenuta bloccata, perché altrimenti sarebbero stati individuati tagli sulle mani dovuti ai tentativi di difesa.
L’esperta non esclude che Chiara Poggi sia riuscita a liberarsi per scappare e che sia scoppiata una colluttazione, cui è seguito il massacro. Per Regimenti, è possibile che Chiara sia stata trascinata fino all’altezza del telefono prima di ricevere il colpo mortale, “quello che le ha sfondato il cranio“, e di essere gettata sulle scale della cantina.
IL SIGNIFICATO DEI SEGNI DI TORTURA SU CHIARA POGGI
Non sono neppure casuali quei presunti segni di tortura sugli occhi, perché potrebbero avere un significato ed essere legati a qualcosa che la vittima del delitto di Garlasco ha visto, ma non doveva vedere. Una sorta di “punizione” secondo Regimenti. Come quando gli assassini le avrebbero sollevato il pigiama per offenderla.
Per il medico legale, sono segni di “disprezzo” nei confronti di Chiara Poggi, che potrebbe essere stata vittima di una vendetta. Per Regimenti c’è odio cieco dietro l’omicidio, e gli assassini, poco esperti, la conoscevano. Il delitto di Garlasco è per l’esperta “una vera e propria esecuzione” per farla soffrire: un omicidio premeditato.
Per quanto riguarda la spinta del corpo sulle scale, ipotizza che sia stato un escamotage per rendere difficile il ritrovamento del corpo e per far lasciare tracce a chi la cercava, così da “far ricadere la colpa su qualcun altro“. A questo punto, Regimenti confessa di non ritenere che Alberto Stasi sia il colpevole del delitto di Garlasco: sostiene che gli assassini sapessero che lui l’avrebbe cercata.
Se anche il fidanzato avesse voluto uccidere Chiara, per l’esperta “non avrebbe potuto fare tutto da solo“. Inoltre, gli assassini potrebbero essere stati sotto l’effetto di sostanze per arrivare a tanto. “Il corpo di Chiara urla una verità che molto probabilmente è incompatibile con la colpevolezza di Stasi“, conclude Regimenti.