GILETTI SULLA NUOVA INDAGINE SUL DELITTO DI GARLASCO
“Bisogna avere il coraggio di cercare la verità anche quando fa male, quando riapre ferite“, ha esordito così Massimo Giletti a Porta a Porta, nel corso del dibattito sul delitto di Garlasco. Il problema, per il conduttore Rai che si sta occupando del caso nella trasmissione Lo stato delle cose, è che “viviamo in un mondo che mette un virgolettato in bocca a una persona che non ha mai detto quella frase“. Secondo Giletti, si è arrivati all’esasperazione pur di fare notizia: “Questo è gravissimo deontologicamente, quindi mi domando: l’Ordine dei giornalisti ascolta, vede?“.
Il conduttore ha poi parlato di un “sistema terribile, in cui sono coinvolti carabinieri, magistrati e industriali, che può aver creato anche il torbido… tant’è che è stato sequestrato ciò che ho mandato in onda io, proprio a proposito di un ex maresciallo“. La sensazione, comunque, che Giletti ha maturato è che “ci sia paura nel cercare la verità” e che “ci sono errori clamorosi su cui si può fare luce a distanza di anni“.
A tal riguardo, ha citato i brogliacci delle trascrizioni delle intercettazioni del nuovo indagato, Andrea Sempio: “Sono diversi da quelli originali. Fa la differenza togliere una parola e aggiungerne un’altra: questo è un dato molto strano, e purtroppo è successo“.
IL GENETISTA DEI POGGI: “NUOVA INCHIESTA? NON CI SONO NOVITÀ”
Di parere diverso è Marzio Capra, genetista e consulente della famiglia di Chiara Poggi: si è detto convinto degli elementi che portarono alla condanna di Alberto Stasi. “Di nuove prove e nuovi indizi non ne ho ancora visti: sono tutte cose emerse fuori dal contraddittorio. Siamo pronti a valutare tutto, ma di novità ce ne sono ben poche. L’altro giorno, mentre sistemavo i file, ho trovato pagine di quotidiani di dieci anni fa: sembravano dell’altro ieri… Gli stessi identici titoli. Vedremo se queste presunte novità potranno portare a passi successivi e se verranno affrontate in tribunale“.
Pur riconoscendo che l’inchiesta fu caratterizzata da alcuni errori, ha ricordato che questi furono a favore di Stasi, il quale fu assolto in due gradi di giudizio. “Noi abbiamo fatto ricorso in Cassazione e abbiamo avuto ragione, perché le perizie che erano state fatte e che andavano a suo favore erano sbagliate e incomplete. Sono state fatte nuove perizie, giudicate in contraddittorio, e sulla base di queste è stato condannato. È andato in Cassazione ed è stato detto che va bene così“.
IL BOTTA E RISPOSTA TRA GILETTI E CAPRA
Massimo Giletti e Marzio Capra sono stati protagonisti anche di uno scontro a Porta a Porta sul delitto di Garlasco. “Lei sta facendo un atto di fede. Io leggo le carte, studio le perizie e valuto“, ha dichiarato il genetista, al quale il conduttore ha replicato consigliandogli di non avere paura della verità. “A distanza di anni, il famoso alibi di ferro di Sempio, quello del parcheggio, è ridicolo. Non è il biglietto della sua auto, e all’epoca fu preso come oro colato“, ha fatto notare Giletti.
A riguardo, il consulente della famiglia Poggi ha osservato che lo stesso discorso vale per il computer portatile di Alberto Stasi: “Poteva lavorarci dappertutto, poteva essere in qualunque posto“. Giletti ha ribadito la sua fiducia nella nuova inchiesta: “Ci sono grossi problemi di indagine, e quando ci sono problemi in fase iniziale, la sentenza lo dimostra: sedici anni mi sembrano un po’ pochi“. Ma Capra gli ha ricordato che ciò è dovuto al rito abbreviato, che ha consentito a Stasi di ottenere una riduzione di un terzo della pena.