A Quarto Grado si è discusso a lungo di Garlasco e sulla famosa impronta 33, quella che la procura attribuisce ad Andrea Sempio. E’ stata individuata sul muro delle scale dove è stata rinvenuta la povera Chiara Poggi, ed è oggetto di dibattito fra accusa e difesa: la prima si dice certa sia dell’indagato, mentre la seconda smentisce. Il generale Garofano, consulente proprio di Sempio, ha spiegato: “Quella impronta implica un movimento variabile, sto perdendo l’equilibrio e mi appoggio. Sappiamo che non è di sangue e non sappiamo se è compatibile con Sempio, abbiamo ritirato martedì le immagini originali e i cartellini dattiloscopoci, ci stiamo lavorando, faremo le nostre relazioni ma non è assolutamente scontato che quell’impronta sia compatibile con Sempio quindi è assolutamente in discussione”.
Il problema è sorto dopo che Martina Maltagliati, inviata di Quarto Grado, si è recata nella casa dei Poggi e provando ad appoggiare la mano sul muro in questione senza scendere le scale: ci è riuscita perfettamente. Garofano ha voluto anche precisare: “Le unghie delle mani di Chiara Poggi furono completamente tamponate dai miei colleghi dei Ris. Si parla di questo aplotipo trovato dal prof De Stefano, ma qualcuno in tante dimenticanze, talvolta un po’ volute nelle narrazioni, non racconta che il Ris quando fece il primo prelievo non rilevò alcuna quantità di sangue maschile, i primi esami erano completamente negativi”. Massimo Lovati, avvocato di Sempio, aggiunge sull’impronta 33: “Il servizio che avete messo in onda prima credo sia completamente efficiente ad esclude la responsabilità del nostro assistito, non c’erano impronte dei piedi, non c’è contestualità con l’azione omicidiaria e anche qualora fosse dimostrata fosse di Sempio Andrea non dimostrerebbe niente”.
GARLASCO, L’IMPRONTA 33, ABBATE: “PER SETTIMANE CI AVETE RACCONTATO CHE…”
Sembra però pensarla diversamente Carmelo Abbate, che ha invece commentato: “Per settimane ho sentito dire che non si poteva lasciare l’impronta rimanendo con i piedi sulla soglia e questo video smentisce tutto quello che è stato detto, io ribadisco che chi ha lasciato quell’impronta è l’assassino, la forza con cui viene lasciata denota uno che perde l’equilibrio e si appoggia nella zona dove c’è il corpo della vittima. Dicono che non può essere l’assassino perchè non c’è sangue, continuiamo con due pesi e due misure, fino a che si parlava di Stasi può essere che non vi sia sangue come l’impronta sul dispenser in cui non c’è sangue. Se l’assassino deve avere per forza le mani sporche di sangue allora anche Stasi deve averle sporche quando tocca il dispenser”.
E ancora: “Quello sul muro è il palmo laterale della mano quindi il fatto che deve essere per forza sangue non regge”. Garofano però ribatte: “Io inviterei tutti a vedere la disposizione del sangue su quella soglia (riferendosi alle numerose macchie trovate sul gradino 0 ndr= è impossibile anche solo sporgersi da quella soglia senza lasciare impronte, tanto è vero che c’è una impronta Frau”, quella che poi verrà attribuita a Stasi.
GARLASCO, L’IMPRONTA 33, GAROFANO: “GIA’ 18 ANNI FA FECERO LE VERIFICHE”
Ma Umberto Brindani, direttore di Gente, fa notare al generale: “Che sia di Sempio quella impronta è stato stabilito dal capo della sezione Ris di Roma, non è l’ultimo arrivato, non può aver sbagliato lei all’epoca? Io non ho nessuna certezza su niente, qui ci sono certezze in chi non dovrebbe averne”. Garofano replica: “Alcuni esperti allora dissero che non era utile questa impronta – nessuno ha il vangelo, la scienza delle impronte è imperfetta – ora si riconoscono dei punti, noi abbiamo ritirato da poco il materiale e formuleremo il nostro parere. Non do per scontato che il colonnello Iuliano (Ris di Roma ndr) possa avere anche lui sbagliato o magari mi sbaglio io”.
“Sono state fatte le verifiche 18 anni fa – ha aggiunto – è stato cercato il sangue ed è stato cercato il dna gli approfondimenti all’epoca sono stati fatti”, conclude. Infine l’avvocatessa Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, spiega perchè l’impronta 33 non sarà nell’incidente probatorio del prossimo 17 giugno: “Nel momento in cui si è paventato l’incidente probatorio io ho detto di non mettere dentro tutto, l’incidente probatorio è delimitato oggettivamente, il codice non è un optional. Il dottor Civardi, il pg aggiunto mi ha dato ragione, era un accertamento genetico quindi il confronto delle impronte non poteva entrare”.