Il giallo del delitto di Garlasco a Dritto e Rovescio, con la pista del santuario delle Bozzole: scopriamo cosa non torna
Dritto e Rovescio ha dedicato ampio spazio ieri sera al delitto di Garlasco, soffermandosi in particolare sulla pista del santuario delle Bozzole, a cui più volte ha fatto riferimento l’avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati. Un altro legale, Paolo Larceri, che ha seguito la vicenda, ha parlato così a Dritto e Rovescio: “Si diceva che a Garlasco accadessero cose strane in merito ai minori. Posso dire che riguardavano le Bozzole, ma questo era di dominio pubblico”.
Sull’arresto di un ragazzo di Garlasco nel 2006: “Si trattava di un soggetto che deteneva questo materiale di tipo pedopornografico, io mi sono fatto un’idea mia, cioè che si trattava di oggetto di vendita. E’ abbastanza evidente che il sistema fosse radicato e tollerato”. Sempre in quell’anno, nel 2006, don Francesco Acerbio denuncia fatti scabrosi relativi al santuario, e Dritto e Rovescia manda in onda un verbale dei carabinieri in cui si legge: “Un sacerdote della zona di Garlasco mi riferì particolari sconcertanti in merito alle condotte immorali di Don Gregorio, che pagava alcuni uomini per ottenere prestazioni sessuali”.
DELITTO DI GARLASCO, IL RICATTO ALLE BOZZOLE DEL 2015
Poi nel 2015 c’è stato un altro prete indagato per adescamento di minori, ricattato da un uomo con cui aveva avuto una relazione, e dalle carte emerge: “Ho bisogno di 12.000 euro per andarmene sono pronto a tutto, anche a costo di fare uno scandalo”. Si tratta del caso di estorsione che portò poi all’arresto di due romeni, fra cui uno Savu, che è tutt’ora latitante e che ha sempre collegato lo scandalo delle Bozzole all’omicidio di Chiara Poggi.
Il romeno era difeso dall’avvocato Roberto Grittini, che si è soffermato su Michele, l’amico di Andrea Sempio che si è suicidato qualche anno fa: “Visto in foto non mi sembra un soggetto che potesse fotografarsi alla Bozzola – commenta il legale – sono tanti tasselli, uno di fianco all’altro, che potrebbero creare un mosaico e provare un movente”.

DELITTO DI GARLASCO, LE PAROLE DI PAOLO REALE SULLE BOZZOLE
Infine le parole di Paolo Reale, ingegnere e consulente informatico della famiglia di Chiara Poggi (è il cugino), che in merito alle ricerche su Bozzola e pedofilia effettuate dalla vittima poche settimane prima di morire, spiega: “Sono degli articoli di cui non conosciamo esattamente la provenienza, una cartella che conteneva molto materiale, articoli relativi alla boxe, immagini di accessori e borse”.
Quindi aggiunge: “Non penso che abbia scaricato e cercato qualcosa di preciso, ma essendo stata fatta la ricerca delle immagini, l’immagine della Bozzola è una di quelle che appare e non è certamente un legame”. Quello del santuario è veramente una pista da battere, come ribadisce più volte l’avvocato Massimo Lovati, o non c’entra nulla con l’omicidio della povera Chiara Poggi? Chissà che con questa nuova indagine non si faccia chiarezza anche su questo punto.