DELITTO DI GARLASCO, IL CASO DELL’INTERROGATORIO
L’avvocato Massimo Lovati torna all’attacco degli inquirenti che stanno indagando sul delitto di Garlasco. Il legale di Andrea Sempio ritiene che ci possa essere stata una violazione nella caserma di Milano durante l’interrogatorio in cui la mamma del suo assistito è rimasta in silenzio, decidendo di avvalersi del diritto di non rispondere alle domande, in quanto congiunta di un indagato. “Se la persona dice di volersi astenere, bisogna fare solo una cosa: chiudere il verbale. La domanda che avrebbero fatto alla signora diventa un abuso, per due volte“, ha spiegato il legale in collegamento con il programma Lombardia Nera.
L’avvocato non ha fatto mistero di essere molto contrariato per quanto accaduto a Milano: “Se loro lo hanno già sentito questo Antonio, così pare, che bisogno c’era? Volevano una confidenza? Le confidenze vanno chieste ai confidenti, non alle persone perbene“. Il riferimento è alla domanda su un ex vigile del fuoco, che all’epoca dell’omicidio di Chiara Poggi lavorava a Vigevano e che conosce la mamma di Andrea Sempio da anni. Non l’indagato, come confermato dallo stesso legale in collegamento.
LEGALE DI ANDREA SEMPIO: “SCONTRINO NON È ALIBI”
“Questa domanda è suggestiva e le domande suggestive sono vietate dalla legge“, ha proseguito l’avvocato Massimo Lovati a Lombardia Nera, in merito alla domanda che gli inquirenti hanno fatto alla mamma di Andrea Sempio su questa terza persona. Ci si chiede se possa essere utile in relazione all’alibi di Sempio in riferimento al delitto di Garlasco. “Se gli inquirenti lo hanno già sentito, cosa vogliono da noi e dalla mamma?“, ha aggiunto il legale. Quando gli è stato chiesto se l’ex vigile del fuoco può smontare l’alibi del suo assistito, allora ha replicato altrettanto duramente: “Bisognerebbe pensare che Sempio era d’accordo con sua madre, quindi i suoi genitori sarebbero complici di un complotto, ma questa è fantascienza“.
Non si è voluto, invece, sbilanciare sull’ipotesi che l’ex vigile del fuoco e la madre del suo assistito abbiano avuto un flirt in passato. “Lo scontrino è un pezzo di carta, non dobbiamo fare il processo su un pezzo di carta, ma sugli atti. Non è mai stato un alibi e non lo sarà mai“, ha proseguito. Infine, sull’ipotesi che sarebbe stato assoldato un killer per uccidere Chiara Poggi, il legale si è detto convinto che Alberto Stasi sia innocente e che, però, sappia qualcosa.