A Storie Italiane si parla del delitto di Garlasco con l'intervista al consulente della difesa di Alberto Stasi, il dottor Linarello: scopriamo cos'ha detto
Questa mattina Storie Italiane è tornata sul caso di Garlasco, intervistando in collegamento il dottor Linarello. Si tratta del genetista autore della famosa consulenza prodotta dalla difesa di Alberto Stasi nel 2016 e che indicava per la prima volta la possibilità che sulle unghie di Chiara Poggi vi fosse il DNA di Andrea Sempio. Linarello è stato contattato oggi per avere un suo commento in merito alla recente perizia della dottoressa Albani, spiegando: “La dottoressa Albani nella sua relazione cristallizza ciò che io ho evidenziato nel 2016-2017, andando a comparare il DNA sulle unghie con il DNA di una serie di soggetti”.
Quindi ha precisato: “È necessario fare una doverosa premessa che fa anche la Albani, dicendo che quel profilo genetico è parziale, quindi è misto perché presenta dei picchi aggiuntivi, non è un profilo consolidato, ma aggiunge che non è consolidato perché il professor De Stefano fa delle analisi con quantitativi differenti, cosa che io evidenzio già nel 2016 e quindi queste analisi non possono essere considerate delle repliche (le repliche devono avere quantitativi di ‘liquidi’ uguali)”.
Linarello, sulla perizia dell’Albani su Garlasco, aggiunge: “Il perito però fa una comparazione, stabilisce che quel DNA è utilizzabile, non buttando via tutto, e attribuisce quel DNA alla linea paterna della famiglia Sempio, quindi cristallizza questo dato sebbene con tutte le criticità che questo dato ha, ma evidenzia che questo DNA è compatibile con la famiglia Sempio. Aggiungo che il compatibile per noi scienziati vuol dire identico/uguale; i termini che noi usiamo in ambito scientifico sono leggermente differenti rispetto a quelli italiani, come ad esempio il termine ‘artefatto’, che riguarda eventuali artefatti di laboratorio, nessuno ha mai pensato di fare alchimie su questi risultati”.
DELITTO DI GARLASCO, LINARELLO: “SEMPIO IN CASA POGGI IL 4 AGOSTO…”
Il dottor Linarello quindi sottolinea: “Per quanto mi riguarda mi sembra molto improbabile trovare il DNA di Sempio, che non entra in quella casa il 4 agosto; questo DNA rimane su un oggetto all’interno della casa che però deve essere stato toccato da Chiara prima di morire”. E ancora: “Noi dobbiamo pensare che in una vita normale un soggetto si lava, tanto più che siamo ad agosto, quindi che Chiara abbia toccato l’oggetto la mattina dell’omicidio e poi non si sia più lavata le mani a me pare improbabile. Sicuramente quel telecomando per nove giorni è stato utilizzato, Sempio non entra nell’appartamento il 4 agosto, Chiara è stata uccisa il 13, quindi o ha toccato un tasto particolare dove Sempio ha starnutito, ma ogni volta che tocco un oggetto tolgo del DNA, quindi quanto è probabile che vi sia il DNA di Andrea Sempio? A me sembra poco probabile ma nella vita tutto è possibile”.
Poi ha concluso: “Non abbiamo un metodo che ci dice quando quel DNA si è depositato; se me lo chiedo come opinionista posso rispondere che quel DNA potrebbe essere stato trasmesso attraverso il trasferimento, ma è molto poco probabile”.
DELITTO DI GARLASCO, PALMEGIANI REPLICA A LINARELLO
Alle parole di Linarello ha replicato il dottor Palmegiani, consulente/criminologo del team difensivo di Andrea Sempio, che ha spiegato: “Il dato tecnico è sempre il dato tecnico, il dottore Linarello ha espresso la perizia ma noi sottolineiamo qualche punto che per noi è importante. Questa perizia – ha aggiunto – parla della indeterminabilità del dire se è stato da contatto diretto o indiretto e quando è avvenuto questo contatto; per noi è un dato importante perché stiamo vedendo dei punti di interscambio eventuali fra Sempio e Chiara Poggi”.
Infine le parole dell’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, che ospite di Storie Italiane precisa: “Condivido al 100% quello che ha detto il dottor Linarello”, per poi aggiungere riferendosi alla probabilità/possibilità: “È la logica di come è stata analizzata la condanna di Stasi. È stato detto che Stasi ha potuto attraversare tutta Garlasco in bici, fradicio di sudore, sporco di sangue, con due asciugamani e l’arma del delitto senza essere visto da nessuno: è probabile? No. Possibile? Sì. La differenza è la chiave di lettura; è valso per mandare in galera Stasi, vedremo cosa succederà in questo caso”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS SULLA NARRAZIONE TOSSICA E MUSCHITTA
De Rensis ha poi ricordato che: “La narrazione tossica per 15 anni ha esaminato il colore degli occhi di Alberto ma non ha mai descritto Alberto piangente o riportato i messaggi d’amore fra i due ragazzi il giorno prima della morte. Alberto ha sofferto molto ma viene descritto come un computer freddo, la narrazione di questa storia è molto diversa”.
La chiacchierata è quindi virata sulla famosa testimonianza di Muschitta, ritenuto non attendibile dopo aver detto che si era inventato tutto e che era uno stupido. De Rensis spiega: “Pensate a quanto dispiacere ha generato questa sit. Muschitta si è definito uno stupido e poi pensate al dispiacere che ha dato alla sua ex convivente, alla sua dirigente e al suo collega di lavoro che lo hanno ritenuto credibile al punto che lo hanno portato loro in procura; è una sit a cui io non credo una parola ma che ha generato certamente tanto dispiacere. Lui si presenta quando fermano Stasi, entra in crisi, non parlava più ed era preoccupato, quindi il periodo ha un grande significato ma sappiamo che è andato a raccontare un sacco di balle”.
Ricordiamo che Muschitta raccontò di aver visto una ragazza in bicicletta uscire da via Pascoli a Garlasco con in mano qualcosa e sempre in quella via vide, il giorno del 13 agosto, una vettura di colore nero parcheggiata dinanzi alla casa di Chiara Poggi: vedremo se Muschitta sarà ulteriormente sentito dai nuovi inquirenti o meno.
DELITTO DI GARLASCO, LINARELLO E DE RENSIS A LO STATO DELLE COSE
Pasquale Linarello ha parlato ieri sera anche con Giletti a Lo Stato delle cose e sempre a proposito del dna e della perizia Albani ha spiegato: “Sicuramente è una rivincita. Io avevo fatto la mia consulenza a dicembre 2016 evidenziando che quel DNA era comparabile: l’incidente probatorio che vede la dottoressa Albani come perito cristallizza quello che io fondamentalmente dissi nel 2016″. Quindi sul lavoro di De Stefano si domanda: “Se io chiamo un indagato per prelevare il DNA, vuol dire che ho un termine di comparazione. Il problema è che queste repliche che il professore dice che non si sono consolidate sono delle singole analisi, come dice il perito Albani adesso”. Sul dna di Stasi trovato sulla cannuccia dell’Estathe: “Il valore biostatistico di questo dato è nettamente inferiore al valore che invece ricorda la dottoressa Albani attribuisce ad Andrea Sempio”.
De Rensis – sempre a Lo Stato delle Cose – si è invece soffermato sulle indagini, precisando: “Qui si è cercato di dipingere il procuratore Napoleone come colui che può fare tutto ciò che vuole. C’è un giudice molto preparato che si chiama Garlaschelli che ha disposto questo incidente probatorio. È stato detto che io a più riprese nei programmi televisivi avrei parlato di questo incontro segretissimo, cosa totalmente falsa. Io ho detto che è accaduta una cosa che io ho mantenuto segreta alla presenza di miei avvocati che ho riferito il giorno dopo al procuratore Napoleone”, le parole in replica a quanto detto venerdì sera dall’avvocato Aiello, legale di Venditti, a Quarto Grado. De Rensis ha concluso: “C’è un’indagine in corso. L’istanza di revisione va fatta con tutti gli elementi. Soltanto un avvocato sprovveduto oggi farebbe un’istanza di revisione. Io e la Bocellari ogni giorno cerchiamo di non essere sprovveduti”.
