Delitto di Garlasco, Lovati (legale di Andrea Sempio) contro la Procura di Pavia: "Come faccio a fidarmi?". E non esclude che vengano trovate nuove tracce
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI SU INCIDENTE PROBATORIO
Lavori in corso in vista dell’incidente probatorio per la nuova indagine sul delitto di Garlasco e, per l’avvocato Massimo Lovati, questa è l’occasione per ricordare che l’unico quesito è la ricerca del DNA. Ne ha parlato a Telelombardia, nell’intervista a Iceberg: “Vanno ricercate tracce di materiale biologico”. Per il legale di Andrea Sempio, le consulenze di parte fatte finora sono “acqua fresca”, anche quella di Previderè del 2024, che ha portato all’apertura della nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi.
“Questo Previderè ha copiato le consulenze di Linarello e Fabbri, che erano i consulenti di Stasi e che avevano repertato e analizzato, senza successo, i reperti sottratti clandestinamente presso l’iper di Montebello”. Lovati non esclude che gli esami possano riscontrare la presenza del DNA del suo cliente: “Se troveranno delle appartenenze di questo DNA sui reperti, poi bisognerà confrontarle con la perizia di De Stefano. A meno che non si escluda la perizia De Stefano e si ragioni esclusivamente su quello che si trova ora”.
Riguardo alla possibilità che vengano trovate tracce di Sempio nello yogurt: “In quel caso non c’entrerebbero più niente le unghie. Se lo metto in conto? A questo punto, devo mettere in conto tutto, ogni giorno me ne inventano una”.
LA RICHIESTA (E L’ATTACCO) ALLA PROCURA DI PAVIA
Lovati ha colto l’occasione per fare una richiesta alla Procura di Pavia: “Aspetti a fare le analisi fino a quando non avrà prelevato il DNA di tutti. Siccome vogliono estendere la ricerca, almeno aspettino”. Il legale ha anche commentato le dichiarazioni del padre del suo assistito, secondo cui il figlio viene usato come ‘cavallo di Troia’. Dichiarazioni “molto forti”, secondo l’avvocato, che condivide la stessa preoccupazione: “Ho detto dall’inizio che è un’indagine insidiosa, nata da un capo di incolpazione ondivago, mutevole, alterno, pieno di trabocchetti. Si evidenzia un’ipotesi di concorso mai presa in considerazione durante i processi”.
I dubbi di Lovati nascono anche dal fatto che siano state prese le impronte digitali del suo cliente senza avvertirlo. “Perché lo hanno fatto andare a Milano con una scusa? Se lo sapevo, li mandavo a quel paese. Come faccio a fidarmi?”. Per quanto riguarda le intercettazioni, ritiene che non siano servite a nulla: “Se fosse stato ascoltato qualcosa di strano, non staremmo oggi a parlarne. Anzi, queste intercettazioni aiutano la difesa”.
LA TESTIMONIANZA DELL’EX VIGILE DEL FUOCO
Lovati ha parlato anche del cosiddetto “pompiere mandrillone”, come ha definito l’ex vigile del fuoco che avrebbe smentito la versione fornita dalla madre di Andrea Sempio. “Non lo so se è un millantatore o se è davvero ciò che sbandiera, ma Garlasco sa che questo si vanta, allora l’ho chiamato così”, ha spiegato il legale. “Daniela si era astenuta dal testimoniare, come da garanzia di legge, e quel pubblico ufficiale, invece di chiudere il verbale, ha fatto una domanda suggestiva e l’ha fatta star male. E io devo fidarmi di questi qui?”, ha aggiunto, in merito all’interrogatorio della madre di Sempio.
LA PISTA DEL SANTUARIO DELLA BOZZOLA
Non poteva mancare un riferimento al Santuario della Bozzola, una pista alternativa rilanciata proprio da Lovati. “Io mi ricordo di questi fatti, perché sono di Vigevano; poi è emerso che lì c’era la pedofilia. Vede che il mio sogno non è proprio affastellato?”, ha aggiunto Lovati, secondo cui i casi risalgono a ben prima del 2006.
In merito al suo presunto ‘sogno’, ha fornito nuovi dettagli: “Parte dal 14 agosto 2007, quando mi sono chiesto come mai la Procura di Vigevano non avesse fatto l’esperimento giudiziale per vedere se Alberto Stasi dicesse la verità o il falso. Siccome è lampante che lui dica il falso, il movente non c’è e nelle storie di questi due ragazzi non risulta niente di strano, allora non ha mentito per coprire se stesso, ma altri che lo hanno obbligato. È qui il problema”. Infine, secondo Lovati, era facile per Chiara Poggi scoprire qualcosa.