A Mattino 5 News l'intervista a Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio: cosa ha detto su Garlasco e gli ultimi risvolti
L’avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati, è stato intervistato stamane in collegamento a Mattino 5 News, soffermandosi sul giallo di Garlasco e su quanto avvenuto ieri, il prelievo di tutti i reperti dalla caserma dei carabinieri di via Moscova a Milano, ma anche dall’istituto di medicina legale di Pavia, poi analizzati il prossimo 17 giugno durante l’incidente probatorio. Massimo Lovati ha spiegato: “Di tutti i reperti, i paradesivi, i confronti con gli elettroferogrammi del prof De Stefano, non mi interessa nulla… a me interessa questa spazzatura, voglio sapere dove era, quando l’hanno repertata, dove è, e quando sarà analizzata e non lo so ancora, non mi è chiaro”.
Il riferimento è alla spazzatura trovata nel cestino della casa dei Poggi il 13 agosto del 2007, giorno dell’omicidio, e che non è mai stata repertata prima: potrebbe nascondere tracce dell’assassino?
DELITTO DI GARLASCO, I DUBBI DI LOVATI SULLA SPAZZATURA DEI POGGI
Massimo Lovati aggiunge: “Dopo 8 mesi hanno preso questa spazzatura? – dice riferendosi al fatto che le forze dell’ordine abbiano prelevato questa spazzatura solo ad aprile 2008, appunto 8 mesi dopo l’agosto del 2007 – A me interessa quel contenuto, siamo ad otto mesi dall’evento omicidiario e poi non sappiamo più niente di questa spazzatura, per 18 anni dove è stata, chi l’ha conservata, qual è la catena di conservazione”.
E ancora. “L’abbiamo vista quando è stata prelevata, per fortuna qualche giornalista ha fatto questo servizio, ma dopo che fine ha fatto questa spazzatura? Io voglio vederla questa spazzatura, come tutti i reperti la difesa ha diritto a vederli prima delle analisi, dove è sta spazzatura o ha fatto la stessa fine dei cucchiaini che hanno prelevato clandestinamente gli agenti dell’Skt, o ha fatto la stessa fine dell’intonaco del muro di Chiara Poggi? Dove è sta spazzatura? Voglio vederla”.

DELITTO DI GARLASCO, LOVATI SULLA BICI DI STASI
L’avvocato Massimo Lovati si è poi concentrato sulla famosa bicicletta vista fuori casa Poggi dalla testimone Bermani, uno dei tanti oggetti che ha sempre divise accusa e difesa: “Non è credibile che il sicario sia giunto in bici alla casa di Poggi, ma il sicario potrebbe lasciare delle tracce per depistare, se il sicario sparava alla povera Chiara con un colpo in fronte si capiva benissimo che fosse un sicario, invece il sicario deve dare l’idea che si tratti di un delitto di impeto, come è stato stabilito dalla cassazione, ovviamente commesso dalla persona più vicina alla chiara che è Alberto Stasi”.
Quindi aggiunge: “Loro due si amavano, erano due fidanzatini, fra loro non c’è nessuno spunto che dia criticità, non c’è nessuno spunto che faccia pensare ad un amore tossico, Alberto è innocente e lo dico per l’ennesima volta”. La tesi dell’avvocato di Andrea Sempio resta quindi sempre la stessa, Stasi non ha ucciso Chiara Poggi e non è mai entrato in quella casa, semplicemente sta coprendo qualcuno.